23/11/10

Rifiuti Uber Alles ! Prima parte: rifiuti, “oggetti senza significato”, da distruggere ?


L’Italia, che è quasi sempre una nazione di rincalzo, non certamente da primi posti, è invece tra i leader quale “esportatrice di rifiuti”, quasi esclusivamente verso la Germania. l’Italia negli ultimi quindici anni ha esportato i propri rifiuti verso la Germania come mai nessun altro Paese ha avuto modo di realizzare in Europa. Molto, molto dietro, quale seconda, la Danimarca, che ha incrementato i rifiuti inviati per essere trattati, nella vicina terra tedesca, ma con quantità notevolmente differenti (2009 – 1,45 milioni di tonnellate per l’Italia, e 183 mila per la Danimarca).

La Germania è quindi un paese, che a differenza dell’Italia, concepisce l’arte del riciclo dei rifiuti, come una risorsa che può anche dare un gettito economico significativo. Nel corso del 2009 il Paese teutonico ha “trattato” oltre 750.000 tonnellate di rifiuti in più rispetto al 2008, con una variazione in termini percentuali superiore all’11%; nel corso degli ultimi quindici anni, il volume di rifiuti trattati all’interno degli impianti di riciclaggio della Germania ha subito un incremento sorprendente: + 2.615% (duemilaseicentoquindici per cento), con uno sviluppo costante ed omogeneo durante gli anni.

Il perché di un tale trend di crescita, è ovviamente analizzabile sotto differenti profili, due in sintesi i principali. Il primo è esclusivamente ambientale, ed è relativo all’investimento, sociale ed economico, in termini di ecosostenibiltà dell’attività di riciclaggio di rifiuti industriali e non effettuato dalla Germania, che ricicla rifiuti per conto di paesi europei che non riuscirebbero a far fronte a tale attività. Il secondo aspetto è invece di carattere economico, i paesi esportatori, pagano cifre considerevoli per consentire alle imprese della Germania per smaltirgli i rifiuti; e le imprese poi riutilizzano i materiali riciclati, per realizzare un ulteriore guadagno.

In Germania i rifiuti sono visti sia dagli imprenditori, che dai cittadini, come un business, a cui conviene unitariamente partecipare, mentre in Italia, i rifiuti, sono semplicemente “oggetti senza significato”, da distruggere.

Via: Noruff

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