20/12/10

RAEE, Greenpeace denuncia: il 51% dei rivenditori hi-tech non ritira rifiuti elettronici


Nel video che vedete in alto la denuncia di Greenpeace: i rivenditori di elettronica non ritirano oggetti elettronici così come imposto dalla legge uno contro uno. Tra negozianti furbetti e scarsità di centri di raccolta (come raccontato in questa inchiesta) diventa difficile sbarazzarsi di elettronica e elettrodomestici usati o rotti. A esser sordi all’organizzazione di centri di raccolta RAEE proprio i comuni che sebbene finanziati non provvedono a crearne: dei 3000 centri di raccolta il 70% si trova solo in 4 regioni, cioè Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto.

Tra le catene di elettronica e elettrodomestici più efficienti c’è Eldo con il 60% dei negozi che ritirano l’usato; seguono Mediaworld, Trony e Unieuro, in coda Euronics con il 45% dei suoi negozi che ritira l’usato. Dice Vittoria Polidori responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia:

Questi risultati ci confermano che l’Italia è ancora indietro nella gestione dei rifiuti elettronici, nonostante la direttiva comunitaria risalga al 2002. Ancora la metà dei negozi, fra quelli intervistati, non è in linea con la legge e nel 63% dei casi non viene fornita la giusta informazione ai clienti sulla gratuità del ritiro, nonostante il decreto parli chiaro.

Ma veniamo agli altri risultati evidenziati dalla ricerca:

In 27 negozi (pari al 25%) Greenpeace ha scoperto che il costo di consegna a casa del prodotto nuovo è aumentato per mascherare il ritiro non gratuito dell’usato. In questo caso non ci sono differenze particolari tra le varie aree geografiche del Paese e fra i cinque rivenditori hi-tech oggetto del monitoraggio. Nel 14% dei casi il ritiro gratuito avviene solo se il vecchio prodotto è portato in negozio, mentre nel 12% non viene proprio effettuato (in 13 negozi su 107) e al cliente viene suggerito di contattare l’azienda locale di gestione dei rifiuti o andare direttamente ai centri di raccolta.

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