Non lo dicono i comunisti, ma l'OCSE. Abituati a leggere classifiche internazionali in cui ci ritroviamo regolarmente a fare i fanalini di coda, stupisce un po' quando, leggendole "scorporate", si scopre che la scuola italica scalerebbe almeno una decina di posti se si togliessero dal conto le scuole private. Eh si: pare che sia proprio l'infima qualità e l'infimo livello degli istituti a pagamento a trascinare giù l'istruzione del nostro Paese.
Le scuole private italiane che ricevono copiosi finanziamenti da parte dello Stato fanno registrare performance addirittura da terzo mondo. I dati Ocse non lasciano spazio a dubbi.
E' un articolo uscito su Repubblica qualche giorno fa, che forse a molti era sfuggito. Eppure andava sventolato sotto il naso dei nostri politici ancora più dei tagli di Tremonti e delle riforme Gelmini, andava spedito a tutte le famiglie affinché si rendessero ben conto che, in tempi di crisi, buttare quattrini per arricchire i preti è comunque una scelta perdente. Altro che belle palestre e aule linde e pinte: i figli escono ignoranti, e dovrebbe importagliene qualcosa.
Sono proprio i quindicenni di questi ultimi istituti che fanno registrare performance imbarazzanti: 403 punti in Lettura, contro una media Ocse di 493 punti, che li colloca tra i coetanei montenegrini e quelli tunisini.
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