17/01/11

Frode alimentare non è più reato. Grazie a Calderoli

Tutto iniziò con un incendio degno di un film di Hollywood. Era il 22 marzo 2010, quando, vestito con una giacca in pelle nera, il ministro Roberto Calderoli decise di semplificare il sistema normativo italiano. E lo ha fatto alla sua maniera. Non abrogando una legge alla volta dopo un’attenta analisi. Bensì incendiandone 375mila tutte insieme. Un vero e proprio genocidio di articoli e norme. E poco importa che tra quelle ci fossero anche leggi che vietavano di adulterare gli alimenti.

Se è stata evitata in extremis l’abrogazione del tribunale dei minori, al momento sembra definitiva l’abrogazione della legge 263 del 1962, che puniva le adulterazioni alimentari. Ad accorgersene il pm torinese Raffaele Guariniello, attualmente occupato nell’azione di contrasto nei confronti di questo genere di reato.

Tra le indagini che il pm, noto per i processi Juventus e ThyssenKrupp, sta attualmente seguendo, la più nota è quella sulle “mozzarelle blu”. L’inchiesta relativa alla vicenda che fece scalpore qualche mese fa, dalla seconda metà di dicembre si trova di fatto bloccata, non avendo più alcuna normativa a cui fare riferimento.

Come si è giunti a questo incredibile errore? Calderoli aveva dato disposizione di cancellare 375mila leggi precedenti al 1970, senza eccezioni. Però, proprio per ovviare al rischio di eliminare norme vecchie ma ad oggi ancora valide ed indispensabili, era stato dato mandato all’ufficio tecnico del ministro della Semplificazione, di stilare un elenco di leggi da salvare. Ma in quell’elenco la legge sull’adulterazione degli alimenti non è stata inclusa. Così la norma risulta di fatto abrogata dall’11 dicembre.

Qual è il rischio ora? A causa dell’abrogazione, anche se la legge venisse riesumata, i vari processi sui cibi adulterati verrebbero archiviati senza un nulla di fatto, in quanto prevarrebbe il principio di applicazione delle norme più favorevoli all’imputato. Adesso, quindi, anche se la legge venisse riesumata, i processi si concluderanno con delle assoluzioni in base al principio che devono essere applicate le norme più favorevoli agli imputati.

Intanto il Pd annuncia un emendamento al decreto milleproroghe per ristabilire la legge sulla tutela degli alimenti. Ma il danno è già stato fatto: il 21 dicembre scorso è avvenuto il primo caso di assoluzione. L’imputato era il gestore di un esercizio commerciale, salvo “perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato”.

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