06/02/11

Piano rifiuti, l'Europa con 374 voti boccia l'Italia e congela i fondi


La questione emergenza rifiuti in Campania diventa oggetto, per la Commissione europea, di un sonoro richiamo all’Italia: ieri in plenaria con 374 voti a favore è stata votata la bocciatura del Piano Rifiuti presentato dalla Campania. E’ stato specificato, inoltre, che i fondi per sostenere il Piano rifiuti saranno rilasciati solo quando il progetto sarà conforme alle regole della Ue.

La Commissione perciò esorta il governo italiano a intervenire nel rispetto delle leggi dell’Unione, di tenere conto del parere dei cittadini e spiega che se non si dovesse arrivare a una soluzione scatteranno le sanzioni, come riferisce il comunicato:

I progressi compiuti fin’ora nella riduzione dei rifiuti e nel riciclaggio sono “minimi”, i deputati chiedono al governo italiano di assicurare il rispetto delle regole comunitarie entro i termini di osservanza stabiliti dalla Commissione, la quale dovrebbe monitorare gli sviluppi della situazione e, nel caso fosse necessario, imporre sanzioni pecuniarie per assicurare che le autorità campane ottemperino ai propri doveri.I fondi strutturali bloccati dalla Commissione saranno liberati “non appena il piano della gestione dei rifiuti sarà effettivamente conforme alle norme UE”. Attualmente, un piano di gestione dei rifiuti presentato dalle autorità italiane è sotto l’esame della Commissione che ne sta verificando la conformità al diritto comunitario, in particolare per la questione della gerarchia del trattamento e la sicurezza delle discariche.

Infine, un richiamo viene fatto anche alla proposta di attrezzare discariche nelle aree protette. Scrive la Commissione:

La decisione di aprire discariche in aree protette all’interno del Parco nazionale del Vesuvio, come nel caso di Terzigno, è criticata dai deputati che si oppongono anche a un suo eventuale allargamento, sottolineando anche il sostegno alla decisione di non aprire una seconda discarica a Terzigno, nel sito di Cava Vitiello.Infine, i deputati ritengono che le autorità italiane non abbiano mostrato sufficiente attenzione alle proteste contro la localizzazione dei siti di raccolta e di smaltimento e pertanto chiedono che di “ricostruire un clima di fiducia” dialogando e coinvolgendo le popolazioni locali.

Via | Comunicato stampa

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