06/04/11

Fukushima: la zona di esclusione dovrà essere portata ad 80 km?

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Non credo che vi siano più molti dubbi, ormai, sul desiderio delle autorità giapponesi, di tenere sotto controllo il panico o, prima ancora, la disperazione e lo scoraggiamento che serpeggiano fra la popolazione. Che ci riescano ancora per molto tempo è tutto da dimostrare, anzi: ci sono voci di crescenti tensioni e proteste, una cosa quasi impensabile, in quella cultura. Che si stiano nel processo comportando peggio dell’Unione Sovietica, è altamente probabile.

Ma noi “esterni” dovremmo cercare di capire, prima di tutto, le dimensioni reali della tragedia, da cui in ultima analisi dipende anche la NOSTRA vita, dato lo tsunami finanziario che non mancherà di abbattersi sulle sconquassate compagnie assicurative quando i giapponesi, finito di seppellire i loro cari e trovato un tetto di fortuna, avranno il tempo di cominciare a riempire i moduli per il rimborso dei premi assicurativi. Dei COSTI della cosa scriverò prossimamente. IN molti cominciano a comprendere che NON potremo non esserne coinvolti. Debora ha già postato questo. In attesa di conoscere le conseguenze degli ultimi preoccupanti sviluppi bisogna partire da quel che è possibile sapere.

Qui vorrei solo mostrare un dato recentissimo: la mappa delle aree contaminate, al 3 Aprile 2011, dalle varie esplosioni e fughe dei reattori di Fukushima, che apriva questo post. Ecco il dettaglio:

fukushima det.jpg

E’ un documento UFFICIALE; realizzato dal DOE, Department Of Energy degli USA, con sistematici sorvoli e integrazioni a terra. Ce l’ha girato un lettore, di Crisis, Roberto, che ringrazio.

Come vedete dal dettaglio c’è una zona evidenziata in arancione e verde che esce ampiamente dai limiti dell’area di esclusione di 30 km fin qui definita.

Il punto, ovviamente, è a cosa corrispondano, in termini strategici, ovvero di conseguenze a lungo termine, questi diversi colori.

In questo caso bisogna riferirsi, al solito, all’unico evento confrontabile, ovvero Chernobyl ed ai valori di radioattività che in quel caso vennero ritenuti sufficienti per decidere l’abbandono PERMANENTE del territorio. Si fece riferimento al totale di radiazioni assorbite nell’arco di una vita media e il limite fu posto a 350 milliSiverts nell’arco di una vita, circa 100 volte piu’ alto di una dose tipica annuale in condizioni ordinarie.

Bene: ponendo un limite, ad esempio di 25 anni, con i valori esposti qui sopra questo limite verrebbe facilmente SUPERATO per tutte le aree verdi, che come vedete sfiorano il cerchio di raggio 80 km. Se volete fare i conti da soli, vi basterà sapere che 1mRem=0.01 milliSievert. 0.03mR/hr, il limite tra azzurro e blu, vi risparmio il conto, è più o meno il livello di significatività locale.

Ad analoga conclusione si arriva prendendo in considerazione il limite di 20 mSievert/anno considerato in molti paesi come il limite massimo permesso per la popolazione.

E’ evidente l’influenza della meteorologia: se il vento girerà verso terra, anche tenendo conto del progressivo deteriorarsi della situazione, l’area di esclusione permanente potrebbe comprendere l’intero cerchio con 80 km di raggio ed anche superarlo.

Le conseguenze per noi?

Parecchie.

Se provate a cercare, su google maps le imprese giapponesi più note che hanno stabilimenti dislocati in quell’area, avrete qualche (sgradevole) sorpresa.

Fonte articolo

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