20/05/11

IL M5S E I BALLOTTAGGI


Il Cinque Stelle non dà indicazioni di voto per i ballottaggi ai suoi elettori e per coerenza non poteva che fare così: chi non capisce e usa questa argomento per attaccare i ragazzi protagonisti delle elezioni amministrative 2011 non sa su quali basi politiche poggi il MoVimento. Io, che nel lontanissimo aprile 2001 venni votato da 1.600 romani come sindaco di Roma appoggiato da una lista di giovanissimi che chiedeva già allora la Democrazia Diretta con il simbolo della chiocciola del web in nome della e-democracy, ho qualche competenza nel campo e allora provo a dare delle spiegazioni.
Beppe Grillo da Parigi ha spiegato a chi gli chiedeva di possibili apparentamenti al secondo turno che il Cinque Stelle non è né di destra né di sinistra (categorie morte, secondo lui, non secondo me) ma "è oltre" la destra e la sinistra. Molto pragmaticamente su alcuni quotidiani si trovano interviste a Mattia Calise che racconta bene la procedura che seguirà il MoVimento in questi dieci giorni residui di campagna elettorale: domande ai candidati, risposte eventuali pubblicate su internet, poi ognuno faccia la sua scelta. Poiché il Cinque Stelle poggia sui criteri della e-democracy, non si poteva che compiere questa scelta.
Chi crede nella democrazia diretta crede prima di tutto nella libertà del singolo cittadino-elettore: non possono esistere discipline di partito, indicazioni dall'alto, obbligo di rispetto verso i dirigenti, non esistono neanche i dirigenti. Esistono dei portavoce che assumono su di sé alcune responsabilità e riportano al MoVimento. Tutto il contrario dei partiti padronali o dai riflessi veterostalinisti (verso di me è stata invocata una "perentoria espulsione" per aver parlato bene del M5S) che sono entrati clamorosamente in crisi con queste elezioni amministrative. Chi crede nella democrazia diretta dice: caro cittadino, informati e diventa protagonista delle scelte, in piena libertà. Dare un'indicazione di voto, in questo contesto, sarebbe in aperta contraddizione con le basi su cui poggia il movimento direttista del Cinque Stelle.
Secondo alcuni questo rende i voti dati a Calise e compagnia "inutili" e il Cinque Stelle un movimento "non politico", consecutio della solita litania sull'antipolitica. Non è così. Quei voti sono vivi e decisivi per tutti i ballottaggi, non solo a Milano. Sono voti di cittadini che attraverso l'impegno o anche solo il voto dato al Cinque Stelle si sono riavvicinati a una politica che non li rappresentava. E dunque voteranno e decideranno i ballottaggi. Fossi in Pisapia e in Moratti, risponderei con grande attenzione alle domande che saranno poste dai ragazzi del MoVimento. Perché saranno loro e i loro elettori a scegliere chi sarà il prossimo sindaco di Milano.
di Mario Adinolfi
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