13/05/11

La settimana del "meno peggio"

Come sempre accade quando mancano pochi giorni alle elezioni , molte persone vengono assalite da una sorta di amnesia transitoria, cui si associa l’ansia da crocetta compulsiva e la bonomia da campagna elettorale, vissuta nel segno evangelico del perdono.
Ti ritrovi così a ricevere la visita di Arturo che sorridente sull’uscio di casa ti omaggia del “santino” di quel partito che ha perorato la costruzione dell'inceneritore che lo sta avvelenando insieme alla sua famiglia. –Ma quando protestavamo contro l’apertura del cantiere hai detto che quei mafiosi non li avresti votati mai più-. E’ vero, ma se non li votiamo poi vince la destra e se vince la destra…
Ti ritrovi al bar a fare colazione con Cristina e ti stupisce vederla infervorata nella campagna elettorale di quel partito che vuole ricostruire le centrali nucleari , proprio lei che dopo la tragedia di Fukushima ti telefonava a mezzanotte per sapere se la nube radioattiva era già arrivata in Italia. –Ma non avevi detto che quei “mostri” il tuo voto non lo avrebbero visto mai più’- Si, certo, però oltre alla questione ambientale ci sono tante altre cose e questa volta rischia di vincere la sinistra e giù con le tasse…già, le tasse....

Ti ritrovi in ufficio con Luigi che, occhieggiando compiaciuto ti consiglia di votare il marito della sorella di suo cognato, che è una persona seria, candidata con quel partito che ha fatto dell’onestà la propria bandiera, salvo poi fare della bandiera un uso che non sarebbe delicato descrivere nei particolari. – Ma se all’indomani della candidatura di quel mafioso giurasti che con loro avevi chiuso.- Si ma è un parente e poi sono comunque sempre meglio degli altri…già sempre meglio.

Ti ritrovi a scorgere Elena nel corteo di quei sindacati che l’hanno messa in mezzo alla strada avallando la legge 30 e la precarietà. – Chi ci fai qui?- Bisogna dare un segnale forte a questo governo di ladroni e poi domenica ci sono le elezioni.- Si, ma avevi detto che con la sinistra avevi chiuso per sempre.- Chiuso si, ma non si può lasciare spazio al razzismo…già non si può lasciare spazio.

Incontri Mauro in birreria, l’ultima volta che lo vedesti, un mese fa, era fuori di sé per la guerra in Libia, adesso caldeggia con enfasi quel partito che la sostiene, in distonia con larga parte della sua base. –Ma non avevi deciso mai più appoggio a questa destra al servizio degli americani?- Certo, ma tanto se stai fuori dai giochi fanno comunque quello che gli pare e finisci per favorire la sinistra…già finisci per favorire.

Così ti rassegni a rivivere per l’ennesima volta la settimana del meno peggio, con il suo corollario di ritorni di fiamma, pentimenti dell’ultima ora, nasi turati ostentando coraggio, stoico eroismo sulla linea del Piave, dove il perdono diventa una necessità di sopravvivenza.

Scordiamoci ‘o passato, paisà!

di Marco Cedolin

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