16/06/11

Giulio Tremonti vuol tagliare ancora. Diamogli qualche consiglio

“I diritti acquisiti non si toccano”, tuonerebbe perfino il repubblichino Bonanni, peggior segretario della CISL della storia. Già però… il debito ce l’abbiamo, i precari pure, i servizi pubblici, salute, scuola, eccetera, dobbiamo salvarli. Tremonti taglia in orizzontale, il giusto come il peccatore, il privilegiato come il poveraccio. Mi permetto allora un paio di consigli un po’ tranchant che potrebbero trovare posto in un programma politico preciso.

In Italia ci sono 930 parlamentari e 1117 consiglieri regionali. Sono la punta dell’Iceberg della casta politica nella quale, secondo alcuni, sguazzerebbero mezzo milione di italiani. Guadagnano tra i 5 e i 15.000 € al mese. Tagliare (con l’accetta) dal lordo degli stipendi 2.000 € al mese ai parlamentari e 1.000 € al mese ai consiglieri regionali comporterebbe un risparmio di quasi 40 milioni di Euro l’anno. Un taglio netto comporterebbe un risparmio di circa 70 milioni l’anno. Non sono bruscolini anche se vogliono farli passare come tali.

Passiamo oltre. Nel 2007 in Italia c’erano 260.000 dirigenti della pubblica amministrazione che percepivano 21 miliardi di Euro, in media 80.000 € lordi a testa con straordinarie differenze tra i 200.000 e oltre tra i meglio pagati e poco più di 30.000 (poco più di 1.500 € al mese) per i meno fortunati. Chi scrive sarebbe ben più duro e dimezzerebbe tutto quello che eccede i 4-5.000 Euro al mese con un risparmio per l’erario di 6-8 miliardi. Ma mettiamo anche di lasciare intoccati i primi 50-60.000 Euro di tutti. Si potrebbe ridurre l’eccedente di tale soglia mettiamo di un quarto. Così chi guadagna 200.000 € rinuncerebbe a 35.000 € lordi (circa 1.500 € al mese di stipendi comparabili con quelli dei parlamentari) e chi guadagna 100.000 scenderebbe a 90.000. Sarebbe un risparmio (difficile da calcolare esattamente) di almeno 2-3 miliardi senza affamare certo nessuno. Dicono che i migliori fuggirebbero dalla pubblica amministrazione per passare al privato: son curioso. E poi, sì, chiamatelo schifoso egualitarismo, e allora?

Un altro esempio. In Italia ci sono mezzo milione (ebbene sì) di baby-pensionati, per il 60% al Nord, per metà ancora under 50 e che ci costano 10 miliardi di € l’anno. La prima infornata la volle il democristiano Mariano Rumor nel 1969. Il grande statista neanche commissionò una stima delle conseguenze sull’erario di una furbata iperclientelare destinata ad ipotecare un pezzo di futuro del paese. Ugo La Malfa (ricordato come grande statista) ci mise il suo nel 1973: le donne sposate andavano in pensione con 14 anni, sei mesi e un giorno di servizio ma con una serie di deroghe e riduzioni che abbassavano il “quorum” spesso sotto i dieci anni garantendo un assegno mensile a vita a ragazze meno che trentenni e baldi giovani appena quarantenni. Il PCI non s’oppose e tanto basta per dargliene nella pubblicistica odierna tutta la colpa. L’ultima infornata si ebbe nel 1992, quando ne beneficiò (e ne beneficia tuttora) l’allora 39enne signora Manuela Marrone in Bossi, madre del Trota.

Ebbene, i diritti acquisiti non si toccano, siamo d’accordo, ma è pur vero che in meno di una generazione si è passati dall’andare in pensione a 30-35 anni a non riuscire neanche ad entrare nel mondo del lavoro prima di quell’età. Non è pensabile un “contributo di solidarietà” per chi gode di un diritto che sa di scandaloso privilegio soprattutto per le nuove generazioni? Cerchiamo di essere moderati. Se in media questo contributo fosse di 100 € lordi al mese (ovvero per le pensioni più basse staremmo parlando di 20-30 € al mese di taglio) il risparmio sarebbe di almeno 600 milioni di €.

Con le pensioni bisogna andare sempre piano, ma 1.377 ex-deputati, 861 ex-senatori e oltre mille pensioni di reversibilità di parlamentari scomparsi non potrebbero essere un po’ sfrondate? Il lordo medio dei viventi è 5.300 €, non faraonico se non per il ridicolo numero di anni necessario a maturarlo. In questo spezzerei una lancia contro il giovanilismo imperante: lunga vita a Marianna Madia, portata in parlamento da Veltroni a 28 anni ma che rischia di restare a carico del paese per almeno mezzo secolo. Insomma, una leggera sfrondatura del 10% porterebbe, reversibilità comprese, ad un risparmio di 23 milioni circa.

600 milioni di qua, 2 miliardi di là, 70 milione di lì, 23 di giù… in maniera moderatissima e senza neanche cominciare a tagliare le Province o le auto blu. Probabilmente solo fantasie di chi scrive. Quale partito ha il coraggio di metterlo in programma?

di Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it

Via Agoravox

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