25/07/11

Mettiamo i diritti umani nel carrello della spesa

Scelte consapevoli per boicottare i detentori del profitto

In questi giorni ricorrono 10 anni dall’incontro dei G8 a Genova che ricordiamo prevalentemente per i tragici scontri tra polizia e manifestanti. L’omicidio di Carlo Giuliani a Piazza Alimonda, la “macelleria messicana” nella Scuola Diaz e gli abusi nella Caserma Bolzaneto sono soltanto alcuni episodi che hanno portato Amnesty International a definire i “fatti di Genova” come la più importante sospensione dei diritti umani dopo la seconda guerra mondiale, nell’Europa occidentale.

Sono rimasti in secondo piano lo scopo dell’incontro G8 ed i motivi della manifestazione NO GLOBAL, discretamente illustrati nell’articolo “A 10 anni dal G8 di Genova” insieme ad una panoramica dei fatti ed una testimonianza video che forse verrà trasmessa nelle speciale di BLU NOTTE che andrà in onda stanotte – venerdì 22 luglio ore 23:50 – su RAI TRE (video).

Visto che sono implicati Stato e poteri forti è consigliabile non affidarsi esclusivamente alla TV ma di approfondire la storia con l’ausilio della rete (ancora non totalmente censurabile). Tra le controinchieste disponibili su www.piazzacarlogiuliani.org c’è LA TRAPPOLA.

A 10 anni dai fatti di Genova, possiamo e dobbiamo continuare ad opporci alle decisioni dei “Grandi”.

Noi abbiamo ancora il potere di scegliere ed orientare il mercato. Potremmo opporci alla globalizzazione del mercato con le scelte quotidiane e preferire prodotti locali o provenienti dal commercio equo e solidale piuttosto che prodotti delle multinazionali di cui non possiamo avere garanzia sulla genuinità, rispetto dei diritti umani e dell’ambiente.

Per fare un esempio pratico, è preferibile consumare 1 kg pasta di farina di grano biologico nazionale piuttosto che 1 kg di pasta di cui è impossibile conoscere la provenienza della farina di grano. Costa di più? Valutiamolo bene!

Siamo abituati a frequentare centri commerciali e risparmiare scegliendo un prodotto che apparentemente costa meno, senza considerare i costi indiretti che paghiamo senza rendercene conto (rifiuti, salute, sovrasfruttamento delle lavoro e delle risorse, desertificazione dei terreni, ecc.).

Anche per questo, sarebbe utile ampliare la partecipazione ai GAS (Gruppi di Acquisto Solidali) e renderli più efficaci.


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