16/08/11

Vagonate di polvere nera, ma bagnata


Ieri, discutendo della manovra, vi ho accennato all’importanza di monitorare i CDS del BelPaese come importante refrain del gradimento della manovra da parte del mercato.

Perché?

La maggior parte dei cittadini vuole solo sapere come va a finire il ragionamento, e per questo l’informazione di massa tende a non proporre tutti i passaggi del ragionamento, ma solo la conclusione dello stesso.
Ma i frequentatori di questo blog sono dei viziati, desiderano comprendere, cercano strumenti, non risposte.
Vedrò di accontentarvi:
dei CDS dell’Italia ho iniziato a parlare in toni allarmati nel post “il dibattito dei mandrilli“:

i CDS sull’Italia continuano a salire (oggi sono giunti al record di 402) per ragioni di mercato, mentre i rendimenti scendono perché spinti dagli acquisti della BCE

Il CDS (Credit Default Swap), lo abbiamo spiegato già altre volte, è una sorta di polizza che protegge dal rischio di fallimento di un soggetto. trattandosi di un contratto liberamente scambiabile, il suo valore varia al variare del rischio che il soggetto possa davvero fallire. Grazie al dogma dell’efficienza del mercato, è diventato un così preciso e rapido metodo per calcolare il rischio default di un soggetto da aver invertito il ragionamento degli operatori: non è più il prezzo del CDS a dipendere dal rendimento dei titoli di un soggetto, ma è il rendimento delle obbligazioni ad adeguarsi alle variazioni dei CDS. E’ il debito pubblico ad essere un derivato del CDS, non il contrario.

Questo che cosa comporta?

Il mercato, se fosse libero di valutare gli asset, visto che i CDS sull’Italia sono in salita oggi assegnerebbe ai BTP rendimenti più alti di quelli che sono effettivamente disponibili. Questo accade perchè al momento la BCE sta comprando BTP (e BONOS spagnoli), facendone salire il prezzo e di conseguenza scendere i rendimenti. E’ un grosso favore che ci viene fatto: se i rendimenti dei BTP fossero più alti lo Stato con una mano taglierebbe la spesa e con l’altra pagherebbe più interessi, con il risultato di ridurre i servizi e le prospettive a noi cittadini e non migliorare il proprio bilancio. La spinta della BCE sui rendimenti dei BTP invece consente alla manovra di evere risultati effettivi sui conti pubblici.

Ma per quanto?

La BCE ha a disposizione parecchia “polvere da sparo” (o polvere nera, per stare attinenti alla foto): parliamo di 40 miliardi di € da utilizzare per comprare BTP (e BONOS Spagnoli).
C’è però un problemino. Nel corso della settimana appena trascorsa, di quei 40 la BCE ha già dovuto spenderne 22.
In effetti se vuoi foste dei gestori di patrimoni di nazionalità, che so, olandese e aveste dei BTP in portafoglio il cui valore di mercato sarebbe più basso di quello attuale osservando i CDS, ma che grazie alle regalie comunitarie, la BCE è disposta a comprare a prezzi gonfiati perché vuole abbassare i rendimenti, dico voi non ne approfittereste? Non vendereste sovrapprezzo? E quando ricapita l’occasione di vendere sul mercato a prezzi fuori mercato?
Le polveri della BCE presto saranno oltre che bagnate anche esaurite. Dobbiamo sperare che la manovra piaccia al mercato, facendo rientrare i CDS su valori più gestibili prima che la BCE finisca quei 40 mld. Oggi le prime risposte non sembrano molto positive…

Se non dovesse accadere ci ritroveremmo con la BCE, incastrata, costretta a estendere il piano di acquisto con un nuovo stanziamento, a fronte del quale pretenderà una nuova manovra a base di privatizzazioni, aumenti di prelievi fiscali, tagli alle pensioni, alle tredicesime, ai servizi, alla sanità, all’istruzione…

“L’uomo della strada” sembra schifato ma lontano da questi avvenimenti, borbotta e poi riprende a parlare di calciomercato. Siamo sicuri che -pur pallosi- questi argomenti non ci riguardino DIRETTAMENTE? Che siano discorsi lontani da noi? Che possiamo osservare e discutere da seduti i fatti? Che non occorra pretendere un intervento serio del Governo e del Parlamento che ci rappresenta?
NON E’ UN TELEFILM, STA SUCCEDENDO A NOI

Ecco, mi tocca rimandare ancora la conclusione de “l’angusto sentiero della riduzione del debito

Fonte articolo

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