28/09/11

Per uscire dalla crisi basta internet

Gioco d'azzardo SuperEnalotto Lotto Banda larga infrastrutture digitali internet rete crisi debito pubblico Claudio Messora byoblu.Com byolu

La probabilità di vincere al SuperEnalotto è pari a quella di essere colpiti da un meteorite. La differenza è che non puntereste mai 1000€ su un frammento proveniente dalla cintura di asteroidi, ma se si tratta di indovinare sei numeretti a caso, non ci pensate due volte.

L'AAMS (amministrazione autonoma dei monopoli di stato) certifica che nel 2010 abbiamo speso 61,4 miliardi di euro nel gioco d'azzardo. Mille euro a testa. E nei primi 7 mesi del 2011 siamo già a 42 miliardi, il 22% in più. Alla faccia della crisi.

Lotto e affini garantiscono il 15% del fatturato totale alle casse dello Stato, è vero. Circa 10 miliardi nel 2010. Ma sono soldi sporchi, incassati sfruttando le debolezze e l'ignoranza statistica dei cittadini. Per di più, quella del gioco d'azzardo (pur essendo la terza industria del paese dopo Eni e Fiat) non influisce sullo sviluppo, perché non essendo un'attività produttiva si fonda sulla semplice redistribuzione del capitale investito, al netto degli incassi dei concessionari e di quelli statali.

Potremmo fare meglio? Vediamo...

Nello studio "Economic Impacts of Broadband" (2009), la banca mondiale stima nell'1,20% l'impatto positivo sul Pil per ogni 10% di diffusione della banda larga, e nel rapporto "Network developments in support of innovation and user needs" (OECD 2009), confermato dal Progetto Italia Digitale 2010 di Confindustria, si quantifica il risparmio legato allo sviluppo delle infrastrutture di comunicazione digitale in 40 miliardi all'anno (2 mld per il telelavoro, 1,4 mld per l'e-learning, 16 mld per l'e-government e l'impresa digitale, 8,6 mld per l'e-health, 0,5 mld per la giustizia e la sicurezza digitale, 9,5 mld per la gestione energetica intelligente) (cfr: http://www.agcom.it/default.aspx?DocID=7041&Search=pil).

Quanto costerebbe sviluppare una benedetta rete nazionale in fibra ottica? Tra i 10 e i 14 miliardi (cfr: la Cina bussa alla porta della banda larga italiana). Spendiamo 14 miliardi, ne risparmiamo 40 e guadagnamo una cifra che - secondo un rapporto di Google -, nell'ipotesi di una crescita nelle connessioni compresa anche solo tra il 13% e il 18%, varrebbe tra i 59 e i 77 miliardi (tra il 3,3% e il 4,3% del Pil).

Insomma, basterebbe smettere di giocare quei 1000 euro a testa, investirne 200 nell'acquisto di un'infrastruttura di rete a banda larga che copra tutto il territorio italiano e usciremmo dalla crisi, invertendo il trend di crescita del debito pubblico e creando ricchezza. Senza contare che una rete di proprietà dei cittadini non solo è più difficile da censurare, ma è un antidoto efficace alla concentrazione dei media - soprattutto quelli televisivi - e inoltre si può affittare, ricavandone un guadagno. Inoltre, volete mettere la soddisfazione di non essere più agli ultimi posti per la penetrazione di internet nella popolazione?

I miei 200€ sono qui. Aspetto i vostri 13 miliardi, 999 milioni, 999 mila 800.


p.s. grazie a Francesco Serafino per gli spunti

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