Ora che Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, ha finalmente detto forte e chiaro che «la Padania non esiste», mi aspetto l’ennesimo gesto di coerenza da parte del ministro della Repubblica italiana Umberto Bossi. Che quando, l’11 settembre 2010, sentì la stessa frase uscire dalla bocca di Gianfranco Fini, presidente della Camera, reagì mostrando il dito medio.
Lui, che della Padania ha fatto l’ultimo vessillo, ciò per cui sacrificare tutto, lo mostri dunque anche a Napolitano. Oppure gli dica, come disse sempre a Fini in un’altra occasione (il 22 giugno 2010), che «ci sono grosso modo 10 milioni di persone disposte a battersi per la Padania».
Bossi ci faccia vedere che la Lega ce l’ha ancora duro. Che non teme di fare la fine, evocata proprio da Napolitano, di Finocchiaro Aprile. Si dimetta da ipocrita ministro di uno Stato che schifa. Indossi un copricapo celtico, uno scudo bardato del Sole delle Alpi e una magica ampolla del Po. E muova, «baionetta in canna, paese per paese», contro Napolitano, il «nemico della libertà» (parola del luogotenente Borghezio).
Lo faccia per la Padania. E per tutti noi, che abbiamo tanto bisogno di ridere.
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