22/10/11

Expo: le promesse non mantenute


L'assurdo progetto dell'Expo
Ciao a tutti gli amici del Blog, sono Mattia Calise portavoce del MoVimento Cinque Stelle e consigliere eletto nel Comune di Milano. Il nostro compito negli ultimi mesi è stato molto semplice: ricordare alla Giunta Pisapia tutte le promesse fatte durante la campagna elettorale per quanto riguarda la trasparenza, il consumo del suolo e anche Expo di cui parleremo oggi, promesse puntualmente, purtroppo, deluse e non mantenute. Expo: a che punto siamo nel Comune di Milano? Partendo dalla premessa che si sta procedendo con un’idea di Expo dell’800 ancora, il fatto di avere uno spostamento di merci, di cittadini che vengono a vedere questa fiera che avrà anche degli effetti finanziari decisamente non rosei, anzi lo vogliamo analizzare dal punto di vista economico e dal punto di vista dei vantaggi della città.

Vi cito un po’ di numeri, di solito vi è un’analisi commissionata da parte dei promotori di Expo che prevede una ricaduta positiva, locale, pari a tre volte della spesa iniziale di Expo e un effetto sull’occupazione di circa 60 mila addetti all’anno per 10 anni, quindi numeri da capogiro positivi, purtroppo c’è anche una visione del Prof. Ponti del Politecnico di Milano che smonta sistematicamente questa analisi, Ponti dice: “Quando l’analisi quantitativa rivela che un progetto è economicamente assurdo, insostenibile, si ricorre all’analisi di valore aggiunto, con il quale è facile arrivare a moltiplicatori di due o tre e è praticamente impossibile arrivare a risultati negativi”.
È per questo che abbiamo concentrato la nostra opposizione in Consiglio, quella dei costi e benefici, che di fatto non viene fatta. L’ultimo aggiornamento è l’entrata del Comune di Milano nella società Arexpo Spa. Questa Arexpo Spa di fatto sarà la società che acquisterà le aree all’interno del Comune di Milano e di Rho, dove verrà fatta la fiera e al termine le rivenderà. Ci troviamo davanti prima di tutto a dei numeri enormi, per entrare in questa società il Comune di Milano spenderà 32,5 milioni di Euro. In un momento di recessione sia locale che nazionale, questi 32 milioni di Euro verranno presi indebitandosi ancora e, come sappiamo, il Comune di Milano ha già un debito pari al 194% come rapporto debito-entrate, ricordando che il Patto di stabilità prevede un massimo per legge del 150%. Quindi questa operazione verrà fatta aggiungendo ulteriore debito per 32 milioni e di fatto cementificando un’area enorme, uno degli ultimi spazi verdi presenti intorno a Milano che è questo fazzoletto di terreno tra il Comune di Milano e di Rho.
Verrà cementificato nonostante le promesse elettorali della Giunta Pisapia, in quanto l’accordo di programma, quello per realizzare l’intera Fiera è stato firmato e approvato dal Consiglio Comunale nello stesso modo in cui era stato scritto dalla Giunta Comunale precedente, la Giunta Moratti, senza cambiare nulla.

32 milioni per una fiera
In particolare tra i numeri invariati rispetto all’accordo di programma scritto sotto la Giunta Moratti c’è quello dell’indice volumetrico che sarà pari allo 0,5. L’intera area attualmente a verde, a uso agricolo, sarà cementificato il 50% nel post Expo con la vendita dei territori per rientrare in questi 32 milioni spesi per comprarli e con la speculazione edilizia che accompagna tutte queste grandi opere. Il tutto sarà accompagnato da una prevista infiltrazione 'ndranghetista e mafiosa negli appalti e subappalti, collegate al movimento terra, al noleggio dei mezzi, di fatto com’è avvenuto allo stesso modo nella tratta Milano – Torino della Tav. In Consiglio Comunale ci siamo opposti e siamo stati gli unici a opporci all’entrata in area Expo Spa, utilizzeremo questi 32 milioni procurandoci il nuovo debito in un contesto dove Milano è già messa alla prova, duramente su una nuova tassazione: è stata introdotta l’addizionale IRPEF, sono stati aumentati del 50% il costo dei biglietti dei mezzi di trasporto.
Tutto questo unito a grandi tagli dei servizi a cui ci siamo opposti ovviamente negli aggiustamenti di bilancio 2011. Questo processo che porterà nuovo debito viene fatto in un momento in cui vengono aumentate le tasse e tagliati i servizi. Non ci sarà una ricaduta positiva, una ricaduta di orgoglio nazionale come quella con cui viene giustificata tutta la Fiera. Al contrario si provvederà a utilizzare risorse importanti che servirebbero per migliorare l’amministrazione, per dare una città migliore, questi 32 milioni di fatto servirebbero immediatamente per risolvere i problemi della città, invece li si utilizza per fare questa opera che sarebbe potuta avvenire in modalità diverse. Abbiamo un polo fieristico per ospitare la fiera, senza costruire niente di nuovo, senza togliere risorse fondamentali per la città, dato che come sappiamo abbiamo un buco di bilancio enorme e siamo la seconda città più indebitata d’Italia dopo Torino.
Per fare un’operazione di questo tipo sarebbe stato fondamentale uno studio approfondito dei costi-benefici. Non è stata fatta un’analisi seria con queste modalità e ci viene confermato anche da Agenzia delle Entrate che ha valutato i terreni che verranno comprati e poi venduti delle aree di Expo. Agenzia delle Entrate ha spiegato che queste previsioni sono state fatte solamente con i dati forniti dalla Regione Lombardia. In altre parole Formigoni, quindi un soggetto interessato alla realizzazione di Expo. Quando si parla di grandi eventi, di grandi fiere si cita spesso Barcellona del 1992 per ricordare i grandi benefici degli eventi di questo tipo, ma ci sono state tante infrastrutture, tanti eventi fallimentari, molti nella stessa Spagna, come per esempio l’Expo di Saragozza e Siviglia o l’alta velocità tra Madrid e Siviglia e il cui risultato finanziario è stato disastroso, per non parlare infine delle Olimpiadi di Atene 2004, osannate ai tempi da tutti, ma che a livello finanziario possono essere considerate una delle cause per il dissesto greco. I conti bisogna farli correttamente prima perché dopo l’evento nessuno avrà interesse a verificare che molti soldi pubblici sono stati buttati via e nessuno avrà interesse a dimostrare e a far pagare i colpevoli di tutto ciò.
Qui Milano dove il vento del rinnovamento non ha mai iniziato a soffiare per le cose importanti.

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