Leggo stamattina un interessante commento su Il Fatto, riguardo al film pro-petrolio che sta uscendo in USA. Il film si chiama spOILed, ovvero "viziati", ed è opera di un curioso tipo di nome Mark Mathis.
Ho visto solo il trailer ed il sito del film, ovviamente, dato che sarà presentato nei prossimi giorni in due festival americani. Mi diverte però pensare che alla fine non sia poi del tutto un film a favore dell'industria petrolifera, come allo stesso regista (e alle compagnie che l'hanno finanziato) piace pensare.
Anzitutto, Mathis è nel solco di quella corrente di pensiero tutta statunitense che per noi è letteralmente roba ostrogota: cristiani hard-core che ritengono che trivellare sia un diritto divino, che gli scienziati siano anticristi e satanisti, e che gli ambientalisti vadano combattuti ad ogni costo non perché sbaglino, ma perché in realtà sono segretamente comunisti e vogliono sovvertire l'american way of life. Prodotto di tale incomprensibile dottrina è il film spOILed, potete quindi immaginare che attendibilità abbia con le sue pretese di grandi rivelazioni. (E come si stia rivoltando nella tomba il povero Matt Simmons, inserito a capocchia nel film con dichiarazioni taglia-incolla).
Però, c'è una logica nel suo messaggio che potrebbe piacere ai peakoilers. Ad esempio, guardate questa lista presente nel sito: si tratta di tutti i "vizi", appunto, che il petrolio ci concede. Vizi che, secondo l'autore, mezzo mondo povero sogna e non può avere. Oh come siamo baciati dalla benevolenza divina! Baciati e viziati, appunto: ha senso promuovere il trivellamento di ulteriori aree protette, a rischio disastro, solo per continuare a mangiare il mango a dicembre, usare l'aria condizionata, godere del sommo privilegio di indossare maglie prodotte in Cina, giocare coi videogiochi? Per tacere di tanti altri vizi ancora più inutili che Mathis caritatevolmente non menziona, preferendo citare solo quelli che paiono più indispensabili: quelli per cui, forse, varrebbe la pena di conservarlo il petrolio che ci resta, invece di sprecarlo in manghi.
Di più: perché ridursi a trivellare e fratturare aree protette, turistiche, faunistiche, a rischio geologico, così come il film ci incoraggia a fare? Non sarà che, appunto, il petrolio è proprio agli sgoccioli se ci ritroviamo a ravanare in ogni anfratto del pianeta, invece continuare ad estrarre serenamente dal deserto saudita come abbiamo sempre fatto? La logica che si ricava dal film, in realtà, è la seguente: il petrolio sta per finire, le compagnie vogliono spremere anche l'ultima goccia, noi vogliamo mangiar manghi finché non ci saranno i lupi alla porta, quindi per favore non date retta agli ambientalisti e trivelliamo anche il Taj Mahal per continuare il party finché si può.
Non credo sia il messaggio che Mathis sognava di proporre, né quello che le compagnie volevano farci capire. Ma tant'è, questi sono i fatti. E grazie a spOILed, ora sono nero su bianco.
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