Nelle turbolenze politiche di ogni Paese, le risorse energetiche sono sempre un fattore da non sottovalutare. Questo vale anche per l'Egitto e per i suoi giacimenti di gas: basteranno per le esportazioni, e per una popolazione che sta esplodendo?
Leggo con molto interesse l'articolo di Limes, Le mire internazionali sul gas egiziano, dove si ripete, qualora ce ne fosse bisogno, che la corsa all'oro nero e all'oro "volatile" si sta spostando in Africa. E le rivoluzioni che si susseguono decideranno tra l'altro chi controlla le risorse energetiche.
Ad esempio, è di qualche giorno fa un attentato al gasdotto che collega l'Egitto ad Israele e alla Giordania, e non è il primo. Gli israeliani hanno dichiarato che pensano seriamente a diversificare le forniture, visto che l'Egitto non è in grado di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Malgrado lo sviluppo delle riserve di gas egiziane, l'attuale incertezza e le continue rivolte non promettono nulla di buono per il futuro delle esportazioni e dei conseguenti introiti.
Business che è seriamente minacciato anche dall'aumento della domanda interna. Lo sottolinea anche Limes, aggiungendo però erroneamente che si tratta di una controtendenza rispetto a quanto avviene nel resto del mondo. Noi sappiamo che non è così: la tendenza è sì ad una diminuzione dei consumi, ma questo purtroppo non vale per la maggior parte dei Paesi produttori. Ne abbiamo parlato spesso, dell'Export Land Model: i Paesi produttori di petrolio e gas sono in molti casi Paesi in via di sviluppo, che grazie ai recenti aumenti di prezzo hanno notevolmente modernizzato le proprie infrastrutture aumentando anche i consumi. Ma più di tutto, hanno visto stellari aumenti della popolazione. E' appunto il caso dell'Egitto. Ecco il suo Export Land Model per il gas:
Malgrado l'aumento delle esportazioni, la popolazione è letteralmente esplosa. In Egitto vivono 80 milioni di persone, in gran parte giovani: una miccia accesa. E come avevamo ricordato in un post di qualche mese fa,
A cominciare dal 2010 o 2011, l'Egitto smetterà di essere una nazione esportatrice di petrolio e diventerà una nazione importatrice
Se sta per accadere questo col petrolio, possiamo immaginare l'importanza che andrà assumendo la produzione di gas. Nella corsa al gas egiziano sono coinvolte l'ENI, la BP, la Shell, e altre compagnie internazionali; Giordania, Siria, Libano, Israele come importatori via pipeline, e Spagna e Francia per l'import LNG. Tutti costoro guardano con apprensione (e forse amerebbero interferire) la situazione politica egiziana del momento.
Grafici - Mazamascience.
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