26/12/11

Passaparola 26/12/2011 - Le cipolle amare del Governo Monti - di Beppe Scienza


Il Governo Monti è come una cipolla. Lo strato esterno, quello più visibile, è la BCE. Governo della UE quindi. Ricordate? Soltanto un mese fa l’Italia rischiava di far implodere l’Europa, gli Stati Uniti, la Cina, il mondo intero, se lo spread avesse superato i 500 punti con il bund e gli interessi sui titoli di Stato il 7%. Cose che sono puntualmente successe anche con Monti, il bocconiano, l’uomo del Colle, ma non è successo niente a parte le tasse. Governo dei bocconiani quindi. Il terzo strato sono le banche, italiane e straniere, che rischiavano di veder diventare carta straccia le decine di miliardi di euro di titoli italiani acquistati. Governo delle banche allora, in particolare quelle francesi, dopate di Btp. Il quarto strato della cipolla è Banca Intesa, la più grande del Paese. Governo di Banca Intesa infine, con due esponenti di primissimo
Piano come Passera e la Fornero. Entrambi con un curriculum di tutto rispetto a favore dei lavoratori. Si è passati dal governo delle televisioni private di Mediaset a quello di Banca Intesa. Nulla è cambiato, tranne i beneficiari diretti.
Beppe Scienza ci spiega nel suo Passaparola chi sono Passera e la Fornero (detta Frignero).

Intervento di Beppe Scienza, matematico ed economista,

Corrado Passera, l'uomo delle banche
Sono Beppe Scienza, insegno al dipartimento di matematica dell’Università di Torino e da un po’ di anni, anzi un po’ di decenni mi occupo di risparmio e di previdenza integrativa.
Questo governo, presentato un po’ come il governo dei bocconiani sui quali ce ne sarebbe da dire parecchie perché in realtà proprio sul tema del risparmio e della previdenza integrativai bocconiani tengono bordone ai peggiori prodotti e ai peggiori soggetti nel settore, in effetti più che un governo di bocconiani, ha l’aspetto di in essere un governo di banchieri e addirittura, visti due soggetti come Corrado Passera e Elsa Fornero, di Banca Intesa. Mi domando se le riunioni vengono fatte a Palazzo Chigi o direttamente alla sede milanese di Banca Intesa San Paolo, ma questo è un fatto normale, le riunioni si possono fare da qualunque parte, è la politica che preoccupa veramente e preoccupa per il futuro, perché questi soggetti Corrado Passera e Elsa Fornero, hanno un passato che promette male e già hanno preso alcune decisioni, mi limito a trattare gli argomenti del risparmio e della previdenza integrativa, che non sembrano proprio nell’ottica dei cittadini. Su Corrado Passera mi viene da dire qualcosa, non tanto sulla vicenda di Alitalia dove ha tenuto sicuramente le parti del Governo Berlusconi, ma fare un piccolo passo indietro, lui fu messo a capo delle Poste nel 1998, ci rimase fino al 2002, sicuramente sanò il bilancio delle Poste, questo è vero, Passera non era uno stupido, lo assicuro, però come lo sanò? Creando Banco Posta. Gli uffici postali… se uno entra vede più sportelli finanziari che sportelli per i prodotti postali, anzi finisce che chi vuole fare una raccomandata o inviare un pacco si trova un po’ come un pesce fuor d’acqua. Banco Posta ha trasformato le Poste in un bazar di prodotti finanziari, in genere pessimi o comunque cattivi, sicuramente mediocri, soppiantando in gran parte i buoni fruttiferi postali e aumentando certamente i ricavi delle Poste, ma giocando sulla fiducia che la gente aveva nelle Poste perché abituata ai buoni fruttiferi postali con cui non poteva perdere niente. Tutt’ora non può perdere nulla, perché saranno una cosa un po’ polverosa, poco entusiasmante, però i buoni fruttiferi postali continuano a essere l’unico prodotto insieme ai conti correnti e ai depositi bancari, dove uno non ci rimette mai quello che ha messo e può ritirarlo in qualunque giorno.
Invece sono stati soppiantati. Di tutto e di peggio cioè obbligazioni strutturate, fondi pensione, fondi comuni, polizze vita, tutto questo vendono adesso le Poste, grazie all’opera di Corrado Passera e alla sua creazione di Banco Posta per cui già questo passato non è bello. Nel 2002 Passera lascia le Poste e va a Intesa San Paolo. Intesa San Paolo, prima banca italiana per numero di sportelli, forse non peggio delle altre, ma certamente specializzata nel rifilare ai propri clienti prodotti di risparmio e previdenziali studiati per far guadagnare la banca, non certo il cliente, tra cui alcune cose tremende, come delle polizze vita che intrappolano uno per un anno. Uno ha dei soldi disponibili, sottoscrive la polizza vita e per un anno i soldi sono bloccati, bello, carino questo, sono prodotti di Intesa San Paolo e anche di altre banche.
Quindi da dove viene Passera? La cosa crea qualche perplessità e prospettiva che viene confermata da una delle prime cose, sbandierata come una norma antievasione della lotta al contante. Qual è la lotta al contante? È un vecchio cavallo di battaglia delle banche italiane, da un po’ di anni, 7/8 anni, che continuano a dire che in Italia circolano troppi contanti, bisogna pagare con moneta elettronica o simile. Tutte queste cose vengono ripetute dai giornalisti economici che come i pappagalli, qualunque idiozia dica l’ufficio stampa di una banca, lo ripetono nella loro pagina.
Per cominciare, questo non è vero perché anche all’estero, per esempio in Germania, l’uso del contante è molto alto. Da uno studio recente dell’anno scorso della Deutsche Bundesbank, della banca centrale tedesca, risulta che i tedeschi, l’82% degli acquisti fatti dai tedeschi, viene fatto con moneta contante. La banca nazionale tedesca non trova niente di male in questo, anzi lo trova logico, dice “E’ logico che per piccoli importi, per varie cose ci voglia il contante, lo trova logico, no qui no!”. Siamo arrivati al punto che questo Governo ha deciso, poi adesso si sta rimangiando in parte, che le pensioni oltre i 500 Euro vanno pagate non in contanti, ma in forma di accredito su conto corrente. Pensare che il pensionato che ha 700 Euro di pensione e ritira alle Poste 730 Euro con questi soldi ricicli denaro sporco è un po’ strana.
Perché questa lotta ai contanti? Ma perché le banche ci guadagnano in tutti i pagamenti elettronici, ci guadagnano in due sensi: 1) quello più immediato, le commissioni che prendono, le commissioni anche sul Bancomat, le commissioni sulle Carte di Credito che arrivano anche al 4% e di fatti la Confcommercio è contraria a questo divieto di pagare in contanti, perché ogni volta che il commerciante incassa con la carta di credito o in altra maniera, una parte viene lasciata lì alle banche. Poi c’è un altro punto: che alla banca fa gioco che restino soldi sui conti correnti e non nei portafogli in banconote, perché così ha un finanziamento che non paga nulla, perché sui vostri conti correnti non dà nulla di interesse e le banche hanno fame di soldi in questo momento di crisi, e difficoltà a averli perché tra l’altro non si fidano a prestare i soldi l’una all’altra.

La Fornero vuol dire fiducia nei fondi pensione
Il punto è che quando io pago in contanti in un negozio, in questo pagamento la banca non ci guadagna nulla, prendo le banconote, le do al commerciante, ritiro la merce. La banca vuole guadagnarci anche su questo! Ora prendiamo un altro soggetto di questo governo, Elsa Fornero, la quale adesso a quanto pare oltre che ministra, vuole anche dedicarsi a altre attività, fare l’attrice, specializzata in scene di pianto recitate anche un po’ male!
Elsa Fornero viene anche lei da Banca Intesa dove era nel Consiglio di sorveglianza, prima era stata nella Compagnia San Paolo, fondazione bancaria e un suo prodotto è il Cerp , centro di ricerca sulle pensioni, vicino a Torino, finanziato anche esso dalla Compagnia di San Paolo. Per adesso la Fornero si occupa di massacrare un po’ le pensioni e i pensionati, quello che mi aspetto, purtroppo, è un attacco pesante al Tfr e un aiuto all’industria parassitaria della previdenza integrativa, perché anche qui abbiamo dei precedenti, i precedenti sono vari articoli di costei e in particolare la posizione che assunse nello sciagurato semestre del 2007 in cui se uno stava zitto, il suo Tfr finiva nei fondi pensione. Ebbene, in un’intervista radiofonica Elsa Fornero il 19 gennaio 2007, si esibisce in questa affermazione riguardo ai fondi pensione e al dare i propri Tfr ai gestori: “La cosa importante è che noi abbiamo un buon mercato che funziona bene, che ha operatori professionali, che ha una buona legge sul risparmio, ha trasparenza, ha anche professionalità e correttezza” dopo tutto quello che è capitato in Italia, Argentina, Sirio, Parmalat, fondi comuni che fanno perdere soldi dal 1984 da quando esistono, abbiamo un buon mercato che funziona bene, che ha professionalità e correttezza, ma non è finita! Perché poi riguardo alle perplessità di qualche ascoltatore sul fatto che magari mettere il Tfr nei fondi pensione poteva anche essere rischioso, la grande economista si esibisce in un’invocazione accorata che è anche una profonda analisi della situazione, la sua affermazione è “Ci vuole anche un po’ di fiducia” siamo a livello del noto slogan di Carosello degli anni 60 “Galbani vuole dire fiducia”!
Da questi ministri provenienti da Banca Intesa, io mi aspetto purtroppo il peggio per i risparmiatori e per quanto riguarda il Tfr per i lavoratori italiani! Da una persona come Elsa Fornero mi aspetto interventi a danno del Tfr e a favore di quella strana alleanza spuria che è fatta da sindacati, associazioni di categoria padronali, banche, assicuratori e gestori che tutti in un modo o nell’altro, succhiando soldi ai lavoratori, guadagnano sulla previdenza integrativa, costringendo i lavoratori stessi a giocarsi il proprio Tfr alla roulette dei mercati finanziari!

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