04/04/12

Siccità: l'acqua è per il TAV, e Firenze resta a secco


Non finiamo mai di stupirci per le follie da fine impero di questo Paese, e soprattutto non finiamo di stupirci per l'idiozia di chi ci governa.

Idiozia che non deve rappresentare più solo un motivo di ironia o di indignazione: a questo punto si tratta di questione di vita o di morte, un allarme serio.

L'ultima arriva dalla Toscana, regione afflitta quant'altre mai dalla siccità che ha colpito l'Italia per un inverno asciutto ed una primavera calda. La regione è da stamattina ufficialmente in stato di emergenza, vengono stanziati milioni per realizzare nuovi pozzi e piccoli invasi (alla buon'ora), e i cittadini sono invitati a evitare sprechi. Se si continua così, a Firenze finiranno con l'acqua razionata.

Razionata per tutti, tranne che per la TAV: si annuncia trionfalmente che prima dell'estate verrè aperto il cantiere per la talpa, che notoriamente devasta le già precarie falde acquifere (vedi Mugello) e soprattutto consuma un'iradiddio di acqua.

Quanta esattamente? Non si sa. Certi dati sono custoditi meglio del terzo segreto di Fatima, sia mai che i cittadini vengano a sapere qualcosa che li riguarda alla faccia della strombazzata trasparenza. Le ultime informazioni sulle talpe TAV risalgono al 1998, roba fresca fresca di giornata, e parlano di 5000 metri cubi d'acqua al giorno per i tre cantieri.

Ora ditemi voi se vi sembra anche lontanamente sensato, in un momento di drammatica emergenza climatica che mette in ginocchio l'agricoltura e lascia a secco i rubinetti, andare avanti imperterriti con questi accidenti di treni come se nulla fosse.

Esiste qualche politico in grando di usare un briciolo di buonsenso, e quantomeno rimandare l'apertura del cantiere a causa dell'improvvisa emergenza?

E soprattutto, cosa deve succedere per fermare un cantiere TAV? La guerra? Un meteorite? L'apocalisse? La distruzione del sistema Solare?

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