23/07/12

Passaparola 23/07/2012 - La Sicilia verso l’abisso - Alfio Caruso



"E’ chiaro che soltanto eventi straordinari, che non dipenderanno dalla volontà dissipatrice dei siciliani, potranno fare sì che i comuni, le province che in teoria dovrebbero essere abolite e la stessa Regione, si dedichino a una politica, soprattutto la politica delle uscite, molto più rigorosa di quanto avvenuta fin qui, voi ci credete? Io no!" Alfio Caruso

Il Passaparola di Alfio Caruso, giornalista e scrittore

Il destino della Sicilia
Buongiorno, sono Alfio Caruso e ho scritto “I Siciliani”, il tentativo di raccontare cosa i siciliani non sono, perché ritengo che sia quasi impossibile raccontare ciò che i siciliani siano e ovviamente lo dico da siciliano.
Raffaele Lombardo che ha avuto e ha l’indubbio e discutibile merito di concludere una lunga serie di pessimi politici che hanno governato la Regione siciliana dal momento della sua istituzione, nel 1947.Gli unici che non possono lamentarsi sono i siciliani medesimi, perché ogni volta hanno ricoperto con una messe di voti, non solo Lombardo, ma anche Cuffaro in due circostanze. Con Lombardo addirittura hanno esagerato, regalandogli al primo turno oltre il 65% dei voti, perché Lombardo non rappresenta l’eccezione della Sicilia, rappresenta la regola. In questi anni abbiamo assistito a una corsa per salire sul suo carro, nella speranza di poter approfittare della sua generosità, ovviamente generosità non con i propri soldi e neanche con quella dei siciliani, bensì con i soldi che sono piovuti regolarmente dalle casse dello Stato italiano. Avete letto senz’altro anche voi, in questi giorni, il numero di dipendenti regionali, il numero di impiegati a tempo indeterminato o a tempo determinato, il numero dei consulenti, il numero dei componenti delle varie società finanziate dalla Regione, il numero spropositato di forestali, quindi conoscete bene o male, perché televisione e giornali non si sono occupati d’altro, la realtà siciliana. Lombardo questa pessima realtà siciliana l’ha soltanto portata all’acme perché in gran parte esisteva prima di lui. Egli vi ha aggiunto questa spregiudicatezza che da sempre lo contraddistingue. Finora è riuscito a far rimpiangere Cuffaro che, a differenza sua, era almeno simpatico, allegro e ahimè, per Cuffaro, è stato anche condannato per favoreggiamento della mafia. Lombardo però dovrà affrontare qualche problema giudiziario a breve.
I siciliani assistono abbastanza scettici e cinici perché hanno imparato che tanto non cambierà nulla, perfino lo stesso commissariamento dell’isola, del quale si è molto parlato, dipende da atti che dovrebbe compiere Lombardo e che sicuramente non compirà e probabilmente il Governo Lombardo con le dimissioni, se le darà a fine luglio, impedirà anche lo sfoltimento dei 90 deputati regionali che si piccano del titolo di Onorevole perché sostengono che quello siciliano sia il primo Parlamento italiano. E’ una delle tante medaglie che noi siciliani ci mettiamo al petto per giustificare l’ingiustificabile. Qual è l’ingiustificabile? È la retribuzione per esempio di ogni deputato regionale che incassa netti oltre 17 mila Euro al mese, non ci stancheremo mai di ripetere che la retribuzione di Obama è nettamente inferiore. Forse Obama ha qualche responsabilità in più rispetto ai deputati regionali, ma non pensiate che i cittadini siciliani siano indignati da questo. I cittadini siciliani sono indignati dal non essere stati eletti loro deputati regionali, perché in Sicilia la corsa non è mai stata, per quanto generico al bene comune, in Sicilia la corsa è sempre stata ad arraffare ciò che è stato possibile arraffare, la Sicilia credo che sia l’unica terra al mondo in cui le teste non sono mai rotolate nell’inseguimento di un bene supremo, la Sicilia non ha mai avuto un Masaniello. In Sicilia le teste sono sempre rotolate perché i braccianti desideravano diventare massari, i massari desideravano diventare gabellieri, i gabellieri desideravano diventare proprietari, i proprietari desideravano trasferirsi dalle case rustiche di campagna ai palazzotti di città e magari acquisire anche qualche titolo onorifico.
Questo per dire che in Sicilia si è sempre seguito il tornaconto personale e la realtà attuale è soltanto figlia di tutti i compromessi accettati in passato.

PUS, Partito Unico Siciliano
In Sicilia persino le ideologie politiche sono state asservite a questo tornaconto, perché destra, centro e sinistra in realtà sono state soltanto delle sigle, delle apparenze, dei paraventi, chi ha potuto si è subito iscritto al Partito Unico Siciliano che già nel proprio acronimo Pus, ha scritto il proprio destino e è il Pus che ha dominato e domina tutte le vicende siciliane e nel Pus stanno onorevoli, imprenditori, mafiosi, industriali, stanno alti borghesi,quasi sempre uniti dall’appartenenza alle logge massoniche e in passato dall’affiliazione a Cosa Nostra che, visti i tempi attuali, non è più tanto richiesta. In Sicilia niente cambia e niente cambierà, è persino dimostrato dalle ultime elezioni amministrative quando nel resto d’Italia molti hanno inseguito un desiderio di cambiamento, a volte persino in maniera confusa, ma comunque si avvertiva questa esigenza di dover cambiare. A Palermo hanno pensato bene di eleggere in maniera quasi plebiscitaria Leoluca Orlando Cascio, il protagonista dello sfascio palermitano negli ultimi 20 anni. Perché Leoluca Orlando Cascio non aveva mai chiesto il certificato antimafia alle aziende di Ciancimino le quali continuavano a lucrare appalti, non ha mai abbattuto le ville abusive di Pizzo Sella costruite da società che si potevano riferire a Michele Greco, il famoso Papa della mafia. Leoluca Orlando ha sempre inseguito con ottimi risultati il proprio tornaconto, ma i palermitani hanno pensato di affidarsi a lui dopo essersi affidati in precedenza a tutta una serie di sindaci che hanno dissestato, non soltanto le casse del comune, ma anche quelle della Regione e soprattutto dello Stato italiano a cui vengono ogni volta richiesti finanziamenti straordinari.
Il destino della Sicilia è ovviamente in mano all’ignavia dei siciliani, anzi il destino della Sicilia è segnato, ahimè e ahinoi, dall’ignavia dei siciliani che hanno sempre trovato finora più utile accordarsi con i viceré che hanno comandato nell’isola, piuttosto che cercare livelli di vita migliori. La causa di tutto risiede purtroppo nello Statuto speciale che l’isola ha avuto in dono dall’Italia il 15 maggio 1946. Questo Statuto è il primo grande imbroglio della Sicilia ai danni dell’Italia, perché gli onorevoli siciliani dell’epoca, che militavano soprattutto nella Democrazia Cristiana, convinsero il capo del governo Alcide De Gasperi che l’isola si trovava alle soglie di una rivolta, che c’era una guerra civile sul punto di esplodere perché il movimento indipendentista siciliano, poi spesso indicato con lo sbrigativo termine dei separatisti, era sul punto di provocare la ribellione di tutte le città e di tutte le province e l’unico modo per disinnescare questa ribellione era la concessione di questo Statuto speciale. Si tratta di un grande imbroglio perché a quella data il movimento indipendentista siciliano ormai era stato messo a sedere. Era stato chiuso nell’angolo perché gli Stati Uniti avevano stabilito che l’integrità territoriale dell’Italia non andava toccata e quindi tutti coloro che erano a libro paga degli Stati Uniti, e in Sicilia in quel periodo erano in tanti a cominciare da Cosa Nostra, si erano distaccati dal movimento indipendentista siciliano come aveva fatto Calogero Vizzini che era il capomafia più conosciuto, anche se non il capo di Cosa Nostra, ma comandava soltanto nel vallone nisseno in Provincia di Caltanissetta.

Finché l’Italia pagherà
Una mattina Don Calogero Vizzini aveva abbandonato la sede del movimento indipendentista e aveva attraversato la piazza del suo paese, che si chiama Villalba, e era entrato nella sede, fin lì deserta, della Democrazia Cristiana, seguito da un codazzo di circa 200 estimatori e aveva chiesto la tessera per iscriversi alla DC. Quindi Cosa Nostra aveva abbandonato completamente il movimento indipendentista e era passata armi e bagagli, soprattutto armi, con la Democrazia Cristiana.
Il movimento indipendentista nel maggio 1946 era una mina disinnescata, però gli onorevoli siciliani convincono del contrario De Gasperi. Quest’ultimo aveva ben altri problemi in quel periodo e acconsente a concedere questo Statuto speciale che Umberto Bossi neanche in nei suoi deliri peggiori ha mai pensato di chiedere per quell’Italia federale che lui aveva immaginato. Lo Statuto speciale concede al governo della Sicilia e in teoria ai siciliani (ma non è vero perché soltanto chi governa la Sicilia ne approfitta) di incamerare quasi tutte le tasse, di appropriarsi di tutti i beni del demanio, di poter varare sia la legge elettorale, sia soprattutto la legge bancaria, di avere diritto a un proprio corpo di Polizia e, ciliegina sulla torta, di poter avere l’alta Corte di Giustizia.
Per fare sì che tutti i governi succedutisi in 65 anni a Palermo si dimenticassero di questa concessione dello Stato e provvedessero a istituire questa alta Corte di Giustizia, Roma ha dovuto a ogni governo concedere finanziamenti a fondo perduto. I più giovani non ricorderanno, ma per mezzo secolo è esistito un organismo chiamato Cassa del mezzogiorno che è stata la vacca da mungere della Regione e sono stati portati a casa tanti miliardi, centinaia di miliardi, che hanno arricchito i soliti noti, ma hanno affamato gran parte dell’isola che oggi è alle soglie del collasso economico, non perché i conti della Sicilia siano mal ridotti, perché i conti della Sicilia sono sempre stati mal ridotti, il problema è lo Stato italiano… finché paga, soprattutto i dipendenti della Regione potranno andare in pensione a 45 anni, potranno avere buone uscite milionarie in Euro, godere di una pensione di quasi il 100% del proprio stipendio. Il problema nascerà quando, nonostante lo Statuto, l’Italia non avrà più un Euro da dare alla Sicilia, ma finché l’Italia pagherà, per quanto i conti siano dissestati, per quanto la Corte dei Conti siciliana invochi ogni volta un maggiore rigore, tutti continueranno a spendere, a ingrassarsi alla faccia degli italiani e dei siciliani per bene che esistono, sono un’esigua minoranza, ma esistono, purtroppo finora non sono riusciti a imporsi.
E’ chiaro che soltanto eventi straordinari, che non dipenderanno dalla volontà dissipatrice dei siciliani, potranno fare sì che i comuni, le province che in teoria dovrebbero essere abolite e la stessa Regione, si dedichino a una politica, soprattutto la politica delle uscite, molto più rigorosa di quanto avvenuta fin qui, voi ci credete? Io no!
Quindi, mi raccomando, passate parola!

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