Pubblchiamo le considerazioni di Marco Bazzoni – Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza – sulla messa in mora dell’Italia da parte della Commmissione Europea in merito alla sicurezza sul lavoro.
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Di Marco Bazzoni
Dopo oltre un anno da quando la Commissione Europea il 30 Settembre 2011, aveva inviato alla Repubblica Italiana la lettera di costituzione di messa in mora C(2011)6692 del 29 settembre 2011, per la procedura d’infrazione n 2010/4227, il 21 Novembre 2012 la Commissione Europea ha deciso di inviare un parere motivato alle autorità italiane.
Nonostante lo Stato Italiano l’8 Dicembre 2011 avesse inviato dozzine e dozzine di pagine di spiegazioni per provare a convincere la Commissione Europea ad archiare la procedura d’infrazione 2010/4227, questa ha confermato la lettera di costituzione di messa in mora per i seguenti punti:
Nonostante lo Stato Italiano l’8 Dicembre 2011 avesse inviato dozzine e dozzine di pagine di spiegazioni per provare a convincere la Commissione Europea ad archiare la procedura d’infrazione 2010/4227, questa ha confermato la lettera di costituzione di messa in mora per i seguenti punti:
1)Deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega o subdelega (violazione dell’articolo 5 della Direttiva europea 89/391/CEE)
2)Proroga dei termini prescritti per la redazione di un documento di valutazione dei rischi per una nuova impresa o per le modifiche sostanziali apportate a un’impresa esistente (violazione dell’articolo 9 della direttiva 89/391/CEE).
Adesso lo Stato Italiano ha due mesi di tempo per porre fine all’infrazione, adeguandosi al parere motivato, in pratica la Commissione Europea obbliga lo Stato Italiano a modificare il Dlgs 81/08 (Testo Unico Sicurezza sul lavoro), cancellando da questo testo la salva-manager.
Cioè quella norma che l’ex Ministro del Lavoro Sacconi diceva di aver cancellato dal Dlgs 106/09 (decreto correttivo al testo unico sicurezza lavoro: Dlgs 81/08), ma che invece, come si suol dire, “era uscita dalla porta, per rientrare dalla finestra” , depotenziata (non più retroattiva) ma sicuramente sempre molto pericolosa e togliendo anche la proroga per la valutazione dei rischi per le nuove imprese.
Capirete bene che concedere 90 giorni di tempo ad una nuova impresa, quando apre i battenti, per fare la valutazione dei rischi è una cosa molto ma molto pericolosa, perchè ci sono molte aziende in Italia che fanno lavorazioni pericolose e permettergli di non valutare i rischi per 90 giorni (prendiamo ad esempio un’azienda che produce fuochi d’artificio) è una cosa inaccettabile e vergognosa!
Se lo Stato Italiano non modificherà il Dlgs 81/08 entro due mesi ponendo fine all’infrazione, quindi adeguandosi al parere motivato inviato dalla Commissione Europea il 21 Novembre 2012, la Commissione potrà adire (ricorrere) alla Corte di Giustizia Europea, la cui sentenza è vincolante per gli Stati Membri, con sanzioni che potranno arrivare fino a 700 mila euro il giorno.
Questo parere motivato è per me è una grande soddisfazione, primo perchè credo che nessun cittadino fosse arrivato a tanto, cioè a far aprire da solo una procedura d’infrazione contro L’italia, per obbligarli ad adeguarsi a una direttiva europea.
A questo punto devo ringraziare nuovamente l’Ing Marco Spezia, che mi è stato di grande aiuto per la redazione della parte tecnica della denuncia di 9 pagine, che ad Ottobre 2009 inviai alla Commissione Europea, e che ha portato alla procedura d’infrazione 2010/4227 sulla sicurezza sul lavoro.
Mentre il Governo Monti cerca di ridurre la salute e sicurezza sul lavoro con il Disegno di legge semplificazioni bis, la Commissione Europea gli fa capire chiaramente che non ci possono essere degli arretramenti sul diritto alla salute e sicurezza sul lavoro.
Sono curioso di vedere a questo punto cosa farà il Professor Monti e in particolar modo Il Ministro del Lavoro Elsa Fornero, per porre fine all’infrazione, visto che adesso non hanno più scuse, non possono più nascondersi dietro al fatto, che la Commissione Europea deve ancora rispondere alle loro spiegazioni o che non li obbliga ad adeguarsi.
La Commissione Europea è stata chiarissima, cristallina, in pratica ha fatto capire senza nessuna ombra di dubbio al Governo Italiano, che le spiegazioni che l’Italia gli ha inviato con dozzine e dozzine di pagine, non sono sufficienti a far chiudere la procedura d’infrazione 2010/4227, e che quindi lo Stato Italiano adesso deve adeguarsi obbligatoriamente entro due mesi, pena sanzioni salatissime da parte dell’Europa.
O forse il Governo Monti vuole lasciare questo problema al prossimo Governo che verrà fuori dalle elezioni politiche 2013???
Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze
Email: bazzoni_m@tin.it
Allegato:
PDF spiegazioni della Commissione Europea
Fonte articolo
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