04/06/08

Pensateci bene prima di rinegoziare i mutui.


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Volete ritornare alla rata del 2006? Grazie al ministro Tremonti potrete farlo, ma non prima del 2009. Come riporta LaStampa.it, il punto chiave è quello su cui ha insistito ieri anche l’Autorità Antitrust: le banche si facciano concorrenza. Alcune avevano già offerto condizioni migliori di quelle stabilite tra Abi e governo, con la portabilità gratuita chi vuole rinegoziare il mutuo potrà scegliere. Secondo l’Antitrust «sarebbe opportuno esplicitare nella convenzione» tra governo e a Associazione bancaria (Abi) «la possibilità che le singole banche adottino condizioni migliorative rispetto al provvedimento».

Ilmutuo, però, non è affatto convinto dei vantaggi per i consumatori. Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, si augura che il dl non diventi una nuova occasione di profitto per le banche. Infatti, se è vero che le rate del mutuo diventeranno di importo fisso è altrettanto vero che tutto quello che il mutuatario non pagherà ora lo pagherà dopo, cioè alla scadenza, con interessi su interessi e con l’aggravio di ulteriori commissioni a beneficio delle banche.

Insomma, per garantire un intervento legislativo davvero favorevole ai consumatori è necessaria la partecipazione delle Associazioni dei consumatori alla stipula della convenzione fra Governo ed Abi, vale a dire all’accordo che dovrà definire l’attuazione, nel concreto, del decreto. Per lkw, però, l'accordo con Abi non offre nulla di nuovo al cittadino, come hanno dimostrato Pietro Cambi e Angelo Baglioni su Lavoce.info. Ecco cosa ha scritto:


La bozza di accordo prevede che i mutui a tasso variabile sulla prima casa, stipulati entro il 1ºgennaio 2007, possano essere rinegoziati secondo i seguenti criteri: (1) la rata variabile viene sostituita da un rata fissa, calcolata in base al tasso d’interesse medio del 2006; (2) la differenza tra la rata prevista dal contratto originario (variabile) e quella del nuovo contratto (fissa) viene addebitata su di un nuovo conto (finanziamento accessorio), sul quale si paga un tasso pari all’interbancario + mezzo punto percentuale; (3) se in futuro i tassi d’interesse di mercato saliranno (o almeno non scenderanno), la durata del mutuo verrà allungata per consentire il rimborso del finanziamento accessorio; (4) se i tassi di mercato scenderanno, si potrà tornare all’originaria rata variabile.
Quali saranno le conseguenze per chi aderirà alla rinegoziazione? In sintesi: un beneficio immediato a fronte di un maggiore onere futuro. Le banche infatti non fanno nessuno sconto, ma semplicemente consentono di rinviare il pagamento di una parte degli interessi; si noti inoltre che sugli interessi dilazionati matureranno altri interessi.
Ma vediamo in dettaglio gli effetti di ciascuno criterio di rinegoziazione.
La sostituzione della rata variabile con quella fissa ne determina una riduzione immediata : ciò consente al debitore un sollievo, mettendolo al riparo dal rialzo dei tassi d’interesse avvenuto negli ultimi due anni (per effetto dell’aumento dei tassi ufficiali Bce e delle tensioni sul mercato interbancario. L’effetto combinato della seconda e terza clausola è che l’onere complessivo degli interessi aumenta e viene spalmato nel tempo: quindi il debitore impiegherà più mesi/anni per “liberarsi” del mutuo. (1)
L’effetto precedente potrà essere attenuato solo se i tassi di mercato evolveranno in modo favorevole, cioè scenderanno.

CONCORRENZA VERA E PRESUNTA

Èchiaro quindi che solo chi è in grave difficoltà nel ripagare le rate correnti può avere una convenienza ad aderire alla rinegoziazione, ottenendo un sollievo immediato (pagando in futuro, s’intende). Per gli altri dovrebbe essere più conveniente cercare di ottenere condizioni davvero più favorevoli contrattando con altre banche e sfruttando la “portabilità” introdotta dal decreto Bersani: solo dalla concorrenza tra le banche si può sperare di ottenere veri e duraturi benefici per le famiglie.
Al contrario, l’accordo in questione sembra avere un forte impatto anti-concorrenziale. Sul metodo è perfino inutile commentare: si tratta di un accordo tra le banche, con la benedizione del governo. Nel merito, prevede condizioni uniformi da applicare sui mutui rinegoziati, limitando fortemente lo spazio per la concorrenza. Inoltre, l’allungamento della durata del mutuo può essere un veicolo per “legare” il cliente alla banca per un periodo di tempo più lungo.
In conclusione, sembra quasi che l’accordo sia un modo per aggirare la portabilità dei mutui, la cui realizzazione è ostacolata dalle banche, come evidenziato dal recente avvio di un’istruttoria dell’Autorità antitrust. Esso offre infatti al cliente la possibilità di rinegoziare con la “sua” banca il mutuo, a condizioni apparentemente più favorevoli: si riduce così l’incentivo a cercare attivamente presso altre banche condizioni veramente migliori.

(1) Si vedano le simulazione riportate sul Sole-24-Ore del 22-23 maggio.

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