18/06/08
I partigiani della libera informazione
Fonte articolo
Il nuovo partigiano non imbraccia fucili: gira armato di notebook e WI-FI. Il nuovo partigiano non si nasconde nelle cantine, e anzi non si nasconde per niente! Il nuovo partigiano non ascolta una radio su frequenze clandestine, ma apre un blog e commenta i video dei suoi fratelli in rete. Il nuovo partigiano non ha frontiere da difendere, perchè finalmente è chiaro che non ci sono nemici da respingere, tranne uno: l'informazione. Controllata. Asservita. Vilipesa. Strumentalizzata.
Non esiste nessuno scontro di civiltà. Esistono brave persone indotte a credere di dover compiere una scelta tra il bene e il male. Esistono soldati che muoiono per difendere gli interessi di altri, credendo di fare i propri. Esistono contrabbandieri di idee, pifferai magici che incantano orde di topi disinformate, e se ne liberano scagliandole le une contro le altre.
Il nuovo partigiano lo sa. Sa che l'ultima e la più importante delle guerre da combattere sarà quella per la libertà e la condivisione delle informazioni. E allora il nuovo partigiano, questo uomo, si fa nodo della rete, si fa strumento nelle mani della mente collettiva. Si fa egli stesso neurone e sinapsi per collegare altri nodi e condividere la memoria. Il nuovo partigiano è uno spacciatore di conoscenza, una sveglia che attiva le coscienze e desta i topi dall'incantesimo. E i topi svegli sono tanti, molti di più del pifferaio.
Del resto, è risaputo che i topi, alla fine, erediteranno il mondo.
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