10/06/08

Preparativi di attentato



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I malori del Caimano sono dovuti alla fregola che ha di farsi Leggi su misura per i suoi processi, in particolare sulle intercettazioni, visto che è accusato di tentata corruzione nei confronti di Agostino Saccà al quale ha chiesto l’ingaggio di 2 attricette mignotte in Rai per far cadere il governo.
Chi frequenta il mafioso di Arcore racconta che non si dà pace, ogni giorno chiede se la legge è pronta, ha messo il fuoco al culo del morbido e asservito ministro ombra Angelino Alfano, tanto che nella sede del ministero di “quale giustizia” si sta lavorando a tempi di record per accontentare il criminale Presidente del Consiglio.
Tra i punti fondamentali di questa incredibile legge, certamente i pm potranno chiedere solo gli ascolti di mafia, terrorismo, delitti, rapine, usura, pedofilia e violenza sessuale, ma non per i crimini dei colletti bianchi, in particolare quelli di concussione e corruzione. I tanti amici di partito di Alfano e Caimano finiti sotto inchiesta per questo motivo possono stare tranquilli!
Per il principio secondo cui nel processo si applica la Legge in vigore al momento dell’atto, i giudici non potranno usare i testi che hanno già in mano. Come, guarda caso, per i processi Saccà di Roma e Napoli! Fantastico no?

Le altre 2 mosse sono: vietare di trascrivere i colloqui non attinenti al processo, come ad esempio l’ingaggio delle mignotte e bloccare i pm che ricorrerebbero anche al gip pur di ottenere l’autorizzazione all’ascolto.
Protezione in vista anche per gli agenti del Sisde di nomina berlusconiana sotto processo per il rapimento di Abu Omar. Siccome il decreto truffa vieterà di ascoltare le conversazioni di chi riveste incarichi coperti da riservatezza andrà presto all’aria anche quel processo.

Insomma, il centinaio di onorevoli fondi di galera che scontano la condanna in parlamento voteranno una legge per multare e sbattere dietro le sbarre i giornalisti, colpevoli di dire che i politici trattano tangenti o stanno per corrompere qualcuno per i propri comodi.
Berlusconi, mentre vuole 5 anni di carcere per il pubblico ufficiale che passa le carte, per chi le pubblica (anche non giornalisti) e multe salate agli editori, lui e i suoi amici saranno in regola quando, da amministratori pubblici tratteranno tangenti, mignotte e soldi in cambio di favori personali in gran segreto.

Secondo Berlusconi questa è una norma giusta che fa gli interessi del Paese a tutela della libertà della sua Italia “liberale”. Lo ha fatto capire ai giovani presenti al convegno di Confindustria, ai quali ha anche detto che “le tasse le devono pagare tutti”. Peccato che nessuno in sala abbia alzato la voce per ricordargli le sue decine di milioni evasi al fisco tramite pagamenti estero su estero per operazioni fatte in Italia, come per esempio l’acquisto dei telefilm da trasmettere sui suoi canali televisivi oggetto di un processo che vede imputati, tra gli altri, il baronetto di riferimento David Mills, che avrebbe preso centinaia di migliaia di euro di tangenti dal Caimano per testimoniare il falso al processo.
I magistrati, da anni cercano di rendere giustizia al popolo italiano smascherando questo mafioso evasore, ma sono stati azzoppati da leggi sulle rogatorie, accorciamento dei processi e vari lodi.

Intanto il popolo italiano masochista che ama vivere da cornuto e mazziato, per non farsi venire malori, ascolta il folle personaggio a suon di applausi e si accomoda davanti al tubo catodico in attesta dell’inizio di “Veline” condotto da Ezio Greggio.

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