08/07/08

Gli USA al G8: Berlusconi Politico dilettante in un Paese corrotto.













C'è un Italia. Un'Italia démodé, retrò. Un'Italia sempliciotta, per la quale Repubblica significa Cosa Pubblica e non Cosa da Magnaccia [n.d.r. Publica in latino significa prostituta]. Un'Italia meritocratica, che non baratta donnine con senatori. Un'Italia che non corrompe i giudici e non si iscrive a logge massoniche per sovvertire l'ordine costituito.
Questa Italia, l'Italia dei perdenti, risibili, che non sanno adattarsi, ostinati, che parlano di onestà, come se l'onestà poi esistesse davvero - poveri ingenui.. Quest'Italia domani si ritrova. Sotto il sole, nel luogo dove la democrazia si fa artigianale e assume il suo sapore più autentico, genuino: la piazza. A Roma, ma non solo. Ecco un elenco parziale.
  • Atene. Piazza della Costituzione. Ore 18.
  • Bari. Piazza Prefettura. Ore 18.
  • Brescia. Tribunale. Ore 18.
  • Genova. Largo Lanfranco. Ore 18.
  • Milano. Piazza dei Mercanti. Ore 18.
  • Nova Milanese. Piazza Marconi. Ore 18.
  • Pordenone. Tribunale. Ore 11.
  • Roma. Piazza Navona. Ore 18.
  • Siena. Piazza Salimbeni. Ore 17.
  • Torino. Piazza Castello. Ore 17.

Un'Italia di minoranza? Certo. Un'Italia fantasiosa e paranoica? Non sembrerebbe!

La conferma, se davvero ce ne fosse stato bisogno, si abbatte come un macigno sulla credibilità del nostro paese. Una pugnalata che il perseguitato di Arcore certo non si aspettava. Gli Stati Uniti d'America, gli alleati di sempre, cui l'Italia di Berlusconi si è sempre mostrata prona, servile, millantando grande influenza e considerazione quale corrispettivo per questa sottomissione culturale e territoriale, hanno rilasciato ai giornalisti del G8 un press kit con la seguente biografia del nostro premier.

"Il premier italiano è stato uno dei più controversi leader nella storia di un paese conosciuto per corruzione governativa e vizio. Principalmente un uomo d'affari con massicce proprietà e grande influenza nei media internazionali. Berlusconi era considerato da molti un dilettante in politica che ha conquistato la sua importante carica solo grazie alla sua notevole influenza sui media nazionali finché non ha perso il posto nel 2006."

No, l'Italia che scende in piazza domani sarà anche limitata, sicuramente fuori moda; talvolta incapace, non decisionista; ostinatamente compressa entro gli stretti confini imposti da valori cui non vuole o non sa rinunciare; sarà sicuramente un'Italia diversa, sì... Ma non si può dire che sia visionaria. Diversa perchè non manipolabile. Diversa perchè resistente al controllo mentale, insensibile alla demagogia. Diversa anche e solo perchè non vuole essere uguale. Ma non visionaria.

E non è la Svezia, con i suoi spot televisivi a dircelo; non è la classifica dei paesi ordinati secondo la libertà di stampa a insinuarlo; questa volta non è il New York Times e non è il britannico The Economist a definire Berlusconi una nuova minaccia per l'Italia, no.

Questa volta è il paese che Silvio Berlusconi ha sempre portato come esempio massimo di democrazia liberale. Gli Stati Uniti d'America.

L'America presenta il conto sulla democrazia all'amatriciana di un paese buono solo per la pizza e per gli spaghetti. Lo fa nel summit più importante a livello globale, alla presenza dei leader dei paesi più industrializzati del mondo cosiddetto civilizzato. E a poco valgono le scuse di rito che George Bush, a titolo di contentino - il grattino che si fa al cane dopo averlo spedito nella sua cuccia -, porge ad un popolo, quello italiano, che - si legge ancora - è rappresentato da uno che "guadagnava i soldi organizzando spettacoli di marionette per cui faceva pagare il biglietto di ingresso, si era messo a vendere aspirapolvere, a lavorare come cantante sulle navi da crociera, a fare ritratti fotografici e i compiti degli altri studenti in cambio di soldi.".
L'Italia che domani scende in piazza queste cose le sa già. Finge invece di ignorarle un signore, tale Ernesto Galli Della Loggia, editorialista del Corriere della Sera. Di oggi un suo articolo in prima pagina, dove in tutti i modi sminuisce la partecipazione alla manifestazione di domani. La definisce un'adunata non certo oceanica, rappresentata da un partito forte di appena il 3%, la chiama iniziativa girotondina, in questo modo delegittimandola, circoscrivendola ad un pugno di irriducibili nostalgici e irrecuperabili, vittime di tre grandi miti:


  • Il mito delle due italie, delle quali la sinistra si sente sempre chiamata a impersonare l'Italia dei Buoni;
  • Il mito dell'unità, che porta indirettamente a quello del tradimento di chi non condivide gli stessi ideali;
  • Il mito del moralismo, nel quale la sinistra declinerebbe l'antipolitica, antipolitica che invece dalla destra viene sublimata in un atteggiamento di disinteresse nelle faccende pubbliche;


Povero Ernesto Galli Della Loggia. Anziano di quella senilità cerebrale che passa sotto al nome di vecchiaia. Non si è ancora reso conto che la sinistra e la destra sono concetti che stanno evaporando. Non comprende che è difficile, per qualsiasi cittadino, non sentirsi dalla parte dei buoni, se i cattivi lo sono ormai così smaccatamente; non capisce che l'unica forma di politica è la partecipazione, dunque la vera antipolitica la fa quell'elettorato che, anzichè riempire le piazze, si disinteressa e bada solo al proprio orticello, tradendo non solo i suoi amici ma tutto il paese; ignora che, così come medico pietoso fa ferita cancrenosa, troppi compromessi rendono la democrazia marcescente, e di compromessi l'Italia ne ha accettati fin troppi: dal conflitto di interessi, passando per le leggi ad personam, fino al monopolio dell'informazione. Sì: c'è un Italia che non è abituata a barattare il bene comune con quello personale. Domani sarà in piazza.

E chissà, il signor Della Loggia, lui che è membro proprio del comitato scientifico della Fondazione Italia - Usa, che ha come scopo l'approfondimento della cultura americana, cosa ne pensa della valutazione che gli Stati Uniti d'America hanno dato oggi circa lo stato della nostra democrazia.

Che siano tutti girotondini anche oltreoceano?



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