02/08/08

Benvenuti nella rete che libera


Il Senato oggi ha varato il taglio delle provvidenze all’editoria di partito e ai giornali editi da cooperative fasulle come quella del quotidiano Libero (creato con un partito monarchico altrettanto fasullo).

Gli attuali 414 milioni di euro erogati nell’annualità dal governo diventeranno 200 entro il 2011.

Ridimensionamenti in vista per Il Manifesto, Liberazione, Il Riformista, Europa, Il secolo d’Italia, La Padania, l’Avvenire, il Foglio e Libero.

Il mensile “Il nuovo Tabloid” in copertina scrive “Emergenza informazione” riferendosi alla legge sulle intercettazioni che tenterà inutilmente di far scomparire la cronaca giudiziaria. Ma al suo interno c’è anche un servizio su un convegno incentrato sul futuro del giornalismo e i pareri di alcuni pensatori “esperti” a confronto. Tutti o quasi digiuni di Internet, perciò tutti smarriti e preoccupati del cambiamento in corso del modo di fare informazione. Il mensile “Giornalisti” riporta in copertina la civetta di Lorenzo Del Boca dal titolo “La categoria chiede una svolta”.

Su Repubblica di oggi è apparso un comunicato del CDR che riconoscendo una fase difficile per l’editoria, i giornalisti si aspettano un impegno di rilancio (soldi) e investimenti finalizzati al settore “media” e alla sua innovazione. Si tratta di colleghi preoccupati che seguono inermi la separazione del gruppo editoriale dell’Espresso da quello industriale finanziario della Cir.

Mediaset, per far fronte alla crisi di introiti pubblicitari, chiede soldi a Youtube.



Guarda caso, Internet, la rivoluzione, non chiede soldi per essere visti e letti in tutto il mondo. E’ un treno obbligato che chi non prende è perduto. Giornalisti, scrittori, musicisti, industriali, fruttivendoli, agricoltori. Tutti nessuno escluso. La conoscenza di Internet è il passaporto per entrare nella civiltà moderna. Chi sta fuori rimarrà un indigeno che venererà a vita i lampi di temporale. Come quegli editori pazzi che si stanno ancora scambiando le frequenze televisive fritte a suon di milioni di euro. Molti di loro non sanno che con quei milioni potrebbero campare di rendita divertendosi ad aprire una web tv con un investimento pari ad una mancetta domenicale. In libertà e in competizione.



Infine non riesco a capire quelli che si incavolano perché si sentono braccati e censurati. La Rete è libertà. Tutti possono ritagliarsi il proprio spazio e crearsi il proprio seguito, senza pretendere di imporsi negli spazi altrui. Per quanto mi riguarda l’ho già scritto e lo ribadisco l’ultima volta: nei miei post lascio i commenti che ritengo consoni alle tematiche e ai fatti. Gli altri li cancello in nome della mia libertà di impostare il blog come meglio credo e nella salvaguardia della mia credibilità. I cybernauti che scrivono commenti fuori tema, intrisi di insulti e falsità su persone che fino a prova contraria non meritano discredito, saranno cancellati e se insisteranno saranno anche bannati come è già successo per qualcuno.

Lo faccio sapere per trasparenza a differenza di altri blogger che non lo confessano. Per chi ritiene che io censuri qualcosa di scomodo che riguarda Antonio Di Pietro si sbaglia. Cancello le calunnie e le bugie sulla sua persona esattamente come quelle che riguardano tutte le altre. Ripeto: calunnie e falsità. In oltre 300 post ho scritto di tutto su di tutti, basta la parolina chiave scritta in questa home page in alto a destra, per rendersi conto che tutti i politici sono stati trattati allo stesso modo sulla base dei fatti che li riguardano.



Il pathos che potreste leggere fra le righe dei post è dettato dal solo desiderio di informare. Non sono qui per fare politica non m’interessa. Sono qui per solleticare la voglia di sapere e fare in modo che ognuno di noi si renda conto di essere un individuo in grado di pensare con la propria testa e anche di agire.



Chi scambia la confusione degli off topic con la democrazia non ha capito nulla della Rete e nulla di me. Qui nessuno è trattenuto a forza perché io non vendo niente. Ricavo qualcosa da qualche donazione che poi investo in giornali, libri e attrezzature per realizzare interviste e video. Google adsense a fianco a sinistra lo tengo per arrotondare pur rodendomi leggere le pubblicità di Berlusconi. Purtrroppo il danaro è l’ultima prigione di questa esistenza terrena. Per il resto questa Rete, pur chiamandosi così, non recinta nessuno. Tutti siete liberi. Anche di non leggermi più e di aprirvi un blog per scrivere le profezie che meglio credete.
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