03/08/08

La favola dell’Europa



Il Trattato di Lisbona è la brutta copia della Costituzione europea, già bocciata da Francia e Olanda. E’ un’insistenza, una forzatura che serve a rimpinguare le tasche di un enorme carrozzone di burocrati che oziano un po’ a Bruxelles e un po’ a Strasburgo.
Nonostante i cittadini francesi, olandesi e irlandesi costituiscano un campione inconfutabile di europei che ha sonoramente bocciato ogni forma di Europa unita, l’Europa odierna è una landa spremuta da un’oligarchia di banchieri e petrolieri che prelevano sangue dai rispettivi popoli infilzati dall’Euro, valuta fittizia di facciata che non dà alcun vantaggio alle economie locali. Esempio lampante è stato l’aumento dei carburanti in tutta Europa che ha gravato sui portafogli degli europei nonostante l’Euro si sia rivalutato sul dollaro.
Mentre anche il governo italiano ha traghettato l’Italia nella UE senza chiederlo agli italiani, l’Europa odierna è una confusione di ruoli e commissioni senza poteri. Una sorta di gioco al Monòpoli con i politici attorno al tavolo che per lanciare a turno i dadi vengono stipendiati con soldi veri.
Jacuqes Delors, uno dei primi presidenti della commissione europea, rideva nel definire le istituzioni europee un “OPNI” oggetto politico non identificato. Nei popoli di tradizione occidentale, contrariamente agli Stati Uniti, prevale un concetto di Democrazia parlamentare dove l’esecutivo dotato di poteri propri dipende da una maggioranza. Ebbene siccome le istituzioni europee non rappresentano questo modello, generano difficoltà di comprensione nell’opinione pubblica.
I commissari europei non devono rispondere del loro operato ai rispettivi governi che li hanno nominati. La sfiducia alla Commissione europea spetta soltanto al Parlamento europeo, non ai singoli governi che hanno nominato i loro commissari. La regola non vale soltanto per il presidente di turno.
La commissione europea, guardiana del Trattato, decide in materie generali come la concorrenza e conseguenti sanzioni, oltre che per materie di interesse comune a tutta l’Europa. Non in materie che riguardano Leggi dei singoli Stati. Per intenderci, la Commissione europea non ha alcun potere decisionale sulle Leggi riguardanti l’aborto in Italia.
Il Consiglio dei Ministri europeo è un altro carrozzone che riunisce i rappresentanti dei Governi membri per prendere decisioni sui regolamenti (Leggi applicabili a tutta l’Europa) e le direttive (Leggi quadro che per essere applicate devono essere varate e tradotte dalle singole legislazioni nazionali). Il Consiglio dei Ministri è l’unico organo che legifera a maggioranza raggiunta.
Il Parlamento europeo è in realtà un’assemblea parlamentare composta da membri dei parlamenti nazionali, priva di poteri effettivi salvo quello di sfiduciare la Commissione.
La Corte di Giustizia europea interpreta il Trattato e sanziona le nazioni che assumono comportamenti illegittimi. Si configura come una sorta di Corte costituzionale, paragonabile alla Corte suprema degli Stati Uniti, l’unico organo che ha effettivi poteri perché può agire anche nei confronti dei singoli individui.
Per intenderci la Corte di Giustizia ha condannato la legge Gasparri per la quale inizieremo a pagare 350 mila euro al giorno di multe per l’abusivismo di Rete4. Corte che alla fine esercita il potere di peggiorare le casse di una nazione a danno delle tasche dei cittadini, ma non ha il potere di mandare qualcuno a spegnere i ripetitori di Berlusconi. Tradotto: una fregatura per i nostri portafogli e conseguente peggioramento della qualità di vita.
A parte ciò, la confusione deriva dal fatto che un quasi governo con molte funzioni di esecutivo si chiama Commissione. Il Consiglio dei Ministri si chiama così pur avendo funzioni largamente legislative. I Commissari sono in realtà autorità politiche. Il Parlamento è dotato di poteri che che non esprime nessun esecutivo e senza divisione fra maggioranza e opposizione. Consiglio e commissione hanno 2 presidenti. Le leggi vere e proprie sono in realtà leggi quadro.
Insomma, ce n’è abbastanza per giustificare l’estraneità dei cittadini europei da questo pasticcio, soprattutto se chiamati ad esprimersi tramite referendum.
Ecco che l’affermazione OPNI di Delors rappresenta una sorta di compromesso fra la salvaguardia dei diritti degli Stati membri, e l’esigenza di dotare l’integrazione europea di istituzioni abbastanza forti e autonome. Ma per capire queste istituzioni è necessario viverci o leggere i libri di chi ci ha vissuto. Uno di questi è Riccardo Perissich, autore del volume “L’Unione europea una storia non ufficiale” edito da Longanesi con la prefazione di Giorgio Napolitano. Si, avete letto bene. Aneddoti e contraddizioni di una vita spesa in una quasi capitale per un quasi governo.
Commissioni e parlamenti Ue hanno tutto il sapore di essere raccoglitori di politici trombati nei singoli stati. Rido quando penso a uno come Francesco Speroni che fa l’europarlamentare stipendiato con il codazzo di parenti di Umberto Bossi a fargli da portaborse. Parliamo di Lega, il partito che finora ha federato soltanto i portafogli di alcuni suoi militanti come da miglior tradizione roman-ladrona.
L’Europa unita è, in sintesi, una gigantesca contraddizione. Laddove gli stati si sono smembrati in divisioni etniche ed economiche, l’Europa allunga prepotente la sua maschera parificatoria con un potere fittizio sulla forma, ma reale sulla qualità di vita dei cittadini che ne fanno parte.
Un’enorme bufala che - ahime - pesa soltanto sulle nostre tasche. Basta sentire le risposte di qualche suo soggetto interpellato per rendersene conto.
Fonte articolo






Nessun commento:

Posta un commento

Visto lo spam con link verso truffe o perdite di tempo i commenti saranno moderati. Se commenti l'articolo sarà pubblicato al più presto, se invece vuoi lasciare link a siti porno o cose simili lascia perdere perdi solo tempo.