Venerdì 19 settembre al Tribunale di Milano era prevista l’udienza del processo Mills. E’ saltata perché gli avvocati parlamentari Pietro Longo e Niccolò Ghedini hanno fatto sapere al collegio giudicante presieduto da Nicoletta Gandus che sono indisposti. Onde evitare attacchi di diarrea con la sentenza che si avvicina, i legali sperano di riuscire a mandare in prescrizione il processo a carico del faccendiere inglese, accusato di corruzione in atti giudiziari per aver preso 600 mila dollari estero su estero da Berlusconi affinché testimoniasse il falso al processo sui diritti Mediaset. Il dolo Alfano vale per il piduista ma non per David Mills, un’eventuale sentenza di condanna in cui si sentisse volare in aula il nome di Silvio Berlusconi in qualità di corruttore, sarebbe una macchia indelebile per il presidente del Consiglio “che lavora” per risolversi i cazzi suoi.
Lunedì 22 settembre Marcello Dell’Utri avrebbe dovuto comparire davanti ai magistrati di Reggio Calabria per spiegare i motivi per i quali la sua voce, fosse al centro di conversazioni fra il bancarottiere Aldo Miccichè e l’affiliato alla cosca calabrese dei Piromalli, Gioacchino Arcidiacono. Il senatore condannato in appello a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ha fatto sapere al Procuratore reggino Pignatore che non si presenterà in aula perché si avvale della facoltà di non rispondere. Dell’Utri ha un fiuto particolare per le trattative che finiscono sotto la lente di qualche Procura attenta a vicende di corruzione. Nell’inchiesta sul fallimento della compagnia aerea “Volare” la sua voce è stata intercettata 6 volte a colloquio col compianto commissario Carlo Rinaldini affinché alla partita sulle sorti della compagnia low cost ci fosse pure Air Italy. Dalle sue dichiarazioni non è finora emerso nulla di penalmente rilevante, tuttavia sono ben 16 i manager per i quali il pm Giovanni Polizzi ha chiesto il processo.
Il reato di corruzione, ormai di routine fra molti deputati berlusconiani, dà fastidio al punto che non lo si vuole escludere soltanto dalle intercettazioni telefoniche. Ma anche dall’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con sede a Parigi. Da cui è partita una lettera indirizzata a Palazzo Chigi per chiedere perché il 25 giugno scorso, il governo Berlusconi ha cancellato la figura dell’Alto Commissario per il contrasto e la prevenzione della corruzione demandando gli incarichi al ministero della pubblica amministrazione! L’Italia, unica nazione ad aver preso l’insano provvedimento è balzata agli onori della cronaca dei Paesi di tutto il mondo, con il codazzo delle preoccupazioni espresse dai funzionari dell’Ocse.
Massimo D’Alema il prossimo 7 ottobre non si farà vivo davanti alla Commissione giuridica del parlamento europeo di Strasburgo, che deve far sapere alla Procura di Milano se potrà utilizzare i suoi colloqui telefonici con Giovanni Consorte per la scalata di Unipol. Fra le righe di una missiva di D’Alema si legge “Ringrazio il Parlamento europeo per l’opportunità (!!) che mi è data di esporre il mio punto di vista. Ritengo di non volermi avvalere della facoltà di incontrare i membri della commissione…”
L’articolo 101 della Costituzione dice che la giustizia è amministrata in nome del Popolo e che i giudici sono soggetti soltanto alla Legge.
I Dell’Utri, i Berlusconi e i D’Alema si avvalgono di cavilli anche incostituzionali pur di non sottoporsi alla giustizia, certi che dagli italiani avranno solo strette di mano anziché sputi. La tolleranza zero è con la giustizia e coi poveracci. Come quelli che a Como si vedranno sequestrare le elemosine grazie ad un’ordinanza su misura emessa dal sindaco Bruni.
L’Arabia saudita dell’Europa multa le ragazze in minigonna colpevoli di eccitare i maschi che potrebbero essere spinti da una non meglio precisata forma di prostituzione. Rischiano anche i padri che caricano in auto le loro figlie fuori dalle scuole, i fidanzati e gli smarriti in cerca di informazioni. Rischiano grazie ai provvedimenti di questo Paese farlocco dei “liberali” a tolleranza zero verso i Dico ma non con i “Didore” (o se preferite i Dildo) balocchi farlocchi del ministro Brunetta.
Mi sto perdendo… da dove devo ripartire?
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