10/10/08

Crisi finanziaria, etica e di credibilità

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Le borse mondiali sono come una palla infuocata che ad ogni rimbalzo affonda i suoi giocatori (Usa, Asia e pure il finto arbitro Europa) in una macabra partita di beach “molley”.
Dopo il crollo di Wall Street già si registra una nuova ecatombe in tutte le borse orientali. Le perdite medie si aggirano sul 7%, con la punta di un altro 10% toccata a Tokyo.
Il Corriere delle barzellette di oggi scrive che “Tremonti potrebbe (condizionale) garantire anche i prestiti degli istituti in caso di mancanza temporanea di liquidità. Secondo la Vigilanza (Tremonti scarica barile) le banche italiane sono sufficientemente liquide e capitalizzate”. In realtà bisogna soltanto sperare che nessuna banca italiana dichiari insolvenza. Non appena accadrà ci sarà un effetto domino che le trascinerà tutte.
Il decreto anticrisi “varato in una logica di azione e di precauzione che il governo spera di non usare” è soltanto fumo negli occhi perché purtroppo, quando si tratterà di usarlo non potrà farlo perché lo Stato italiano, indebitato per quasi 1.900 miliardi di euro, non potrà garantire nemmeno le mutande.
Il Tesoro dice di essere pronto col “Piano B” per fornire di carta moneta straccia le banche, che l’illuminato Tremonti chiama “comma inglese”. In realtà voleva dire coma italiano visto che quel piano è congelato perché non ci sono soldi.
La Bce finanzierà le banche nelle aste a rubinetto per un anno ma per ora solo a parole.
Secondo i dati di Confindustria le imprese hanno 850 miliardi di euro di debiti con le banche, di cui 420 in scadenza entro un anno e 300 nei prossimi 6 mesi.
I tassi sono passati dal 4,97% del luglio 2007 al 5,64% del luglio scorso. Con gli ultimi schizzi verso l’alto dell’Euribor è previsto che i tassi tocchino punte del 6,5% entro fine ottobre.
Intanto gli uomini di mister parrucchino sono rammaricati perché l’Europa non ha intenzione di salvare le banche degli speculatori. Sono rammaricati gli attendenti di colui che non controlla soltanto le televisioni, non detiene soltanto tutte le postazioni radio italiane che affitta agli editori locali, non è soltanto presidente del Milan, non ha soltanto lo zampino in Mediobanca ma è anche proprietario del titolo Mediaset, le cui azioni in borsa sono scivolate dai gloriosi 15 euro di qualche anno fa ai 3,75 attuali, la stessa quota di ingresso del titolo del 1996. Ecco perché gli farebbe comodo un’iniezione pubblica. Del resto con i soldi di Stato volevano rinvigorire l’economia satura per sbandierare il messaggio che 2 più 2 fa 5. Ma si sono dimenticati che per l’Europa quella somma dà giustamente 4.
L’Italia, ovviamente non adotta codici etici per i manager come fa la Francia. L’Italia dà retta a parrucchino con dentiera che vuole estirpare la corruzione nella pubblica amministrazione (!!). Già, proprio lui che ha 3 processi pendenti per questo reato. Anzi, non più visto che, proprio ieri, il dolo Alfano gli ha congelato addirittura alle indagini preliminari l’inchiesta in cui è accusato di istigazione alla corruzione nei confronti di alcuni parlamentari eletti all’estero ai tempi del governo Prodi (quando paraculava le mignotte alla Rai di Saccà in cambio della maggioranza).
Insomma col crollo dell’economia abbiamo un Berlusconi talmente etico e conteporaneamente patetico davanti al tracollo della giustizia perpetrato ad personam.
Personalmente nutro più stima per un bastardo dichiarato che per un corruttore impunito.

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