16/10/08

Di nuovo la famiglia Laganà coinvolta in indagine dell'Antimafia

Fabio Laganà, fratello di Maria Grazia Laganà, secondo le prove raccolte dalla DDA di Reggio Calabria, informava gli uomini della cosca dei Piromalli, su alcune attività della commissione parlamentare antimafia di cui la sorella faceva parte. Fabio Laganà aveva contatti telefonici con il Sindaco - arrestato il 14 ottobre 2008 - di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione, e nello specifico lo informava sulle attività di verifica sul Comune che il Dal Torrione amministrava. Tutto comincia quando, nel dicembre scorso, arriva al Comune di Gioia Tauro la Commissione di Accesso per svolgere indagini sulle attività dell'ammistrazione, e il Sindaco pensa bene di cercare un contatto con la Commissione Parlamentare Antimafia, e lo trova presso l'Ufficio della signora Maria Grazia Laganà (rutelliana, eletta nelle liste dell'Ulivo - ora PD - su sponsorizzazione del movimento AmmazzateciTutti), nella persona del di lei fratello Fabio. Nel febbraio 2008 gli inquirenti hanno registrato le comunicazioni tra , in cui Fabio Laganà informa ( tra l'altro) al Del Torrione dell'avvenuta proroga della Commissione d'Accesso. Secondo la DDA di Reggio Calabria i colloqui sono "particolarmente significativi" : (..)"Il primo è relativo alla esigenza e alle iniziative che Dal Torrione ha adottato per ritardare al l'accesso della Commissione, al punto che 'Fabio' si affretta a chiamarlo per comunicargli della proroga. E non manca di sottolineare il valore positivo della cosa, segno evidente del fatto che ben sa come tale risultato fosse particolarmente desiderato da Dal Torrione. Il secondo è quello relativo al timore manifestato da entrambi con iferimento agli esiti del lavoro della Commissione, su cui mostrano di voler intervenire, quanto meno per ritardarne l'inizio dei lavori. Il ritardo consente a Dal Torrione di mettere a posto le cose nei limiti del possibile. E una prima cosa la mette senz'altro a posto: modifica la composizione della Giunta allo scopo di eliminare 'il personaggio equivoco', cioé il vice sindaco Rosario Schiavone, colpevole di non essersi dimesso, sicché è chiaro il riferimento alla vicenda relativa al parere favorevole espresso nei confronti di Piromalli. Alla luce dei risultati investigativi acquisiti in ordine alla vicenda non c'é che da concludere che il vero personaggio equivoco per bocca dello stesso interessato è proprio lui, il Dal Torrione"...

Pesanti ombre oscuravano le attività dei protagonisti di questa vicenda calabrese, ombre ma anche dati di fatto a dir poco inquietanti e che ci spinsero a richiedere ( voci nel deserto) , le dimissioni di Maria Grazia Laganà dalla Commissione Parlamentare Antimafia se non altro che per una sorta di conflitto di interesse o comunque di bon ton istituzionale dal momento in cui , essa stessa, era risultata indagata dalla DDA di Reggio Calabria per questioni inerenti il suo passato incarico (sino all'elezione in Parlamento) di Responsabile del Personale - Vice Direttore Sanitario di quella Asl di Locri sciolta per infiltrazione mafiosa, dopo l'omicidio del marito Francesco Fortugno. Sul nostro giudizio verso l'onorevole ( oggi riconfermata nelle file del PD) Laganà,i pesanti interrogativi sui suoi legami con Domenico Crea, (evidenziati dagli atti dell'Operazione Onorata Sanità) nonchè i fatti relativi allo scioglimento della Asl di Locri per infiltrazioni mafiose ( a seguito della Relazione della Commissione di Accesso a tale asl) dove si dimostrava come l'intera famiglia Laganà-Fortugno dirigenti a vario titolo nella stessa Asl, intrattenevano decine e decine di conversazioni telefoniche con esponenti della cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti, intercettazioni poi 'sparite'.
Abbiamo già conosciuto e scritto molto sulla vicenda Laganà-Fortugno abbiamo anche scritto di come e con quale arroganza la Laganà isi rivolgeva ai magistrati della DDA di Reggio Calabria quando, sentendosi probabilmente protetta dalla posizione di Parlamentare componente della Commissione Antimafia, si avvaleva della facoltà di non rispondere agli interrogatori e negava, contro ogni evidenza, che la 'ndrangheta avesse mai avuto interessi sulla Asl di Locri. Stessa arroganza e stessa incuranza per il proprio ruolo di parlamentare eletta per rappresentare il 'popolo sovrano' quando, oggi, afferma che la vicenda del fratello Fabio è tutto un equivoco dovuto a "leggerezza" che presto verrà chiarito. Noi, comunque restiamo dell'idea che l'onorevole Laganà debba dimettersi, ora e subito, e chiediamo che il Partito Democratico anche per rendere più credibili le veltroniane professioni di impegno per la legalità, provveda a sospenderla.

Ufficio di Presidenza della Casa della Legalità - C. Abbondanza, S. Castiglion, E. D'Agostino
Caporedattore DemocraziaLegalita.it - R. Anguillesi

Fonte articolo

Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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