07/10/08

Il nulla di Ratzinger



Per Ratzinger i soldi sono nulla. Questa massima filosofica stile Meo Patacca giunge contornata di aureola da giornali e televisioni, tramite i quali la chiesa rivendica il suo “diritto di libertà di esprimersi” come espressamente rivelato senza mezzi termini qualche giorno fa dal papa durante la sua visita al Quirinale.
La rivendicazione da parte della chiesa impegnata in politica per voce dei Bagnasco e dei Ratzinger, è un chiaro ordine impartito ai media tradizionali di non abbassare i volumi di amplificazione alla pesante ingerenza politica che la chiesa imprime nella vita di questa specie di Repubblica, laica nemmeno a parole. Ma soprattutto la libertà che rivendica Ratzinger è quella di fare politica senza contradditorio.
Ecco perché a nessuno dei direttori televisivi lecchini stile Raiotta viene in mente di rinfrescare in tv la memoria sull’attività dello Ior, la banca vaticana al centro di acrobazie speculative che l’hanno resa tomba dei misteri e delle ruberie di furbetti di tutte le estrazioni, grazie ai santi furti di monsignor Paul Marcinkus. Lo Ior è un tesoro di soldi talmente “niente” da essere una cassaforte inestimabile.
I “soldi nulla” del Vaticano sono protetti da mura spesse 9 metri presidiati giorno e notte dalle “frocie”. Un solo sportello bancomat, nessuna filiale extraterritoriale (fuori dal Vaticano) discrezione, silenzio garantito e nessuna indagine concessa a un chicchessia magistrato che osasse far luce sugli affari loschi dei peggiori delinquenti del mondo della politica e della finanza. Non ci sono rogatorie che tengano. Tanto che lo Ior può in teoria permettersi di custodire i proventi dei traffici di droga dei più potenti mafiosi siciliani. Dubbio rinforzato da quando è scoppiato un ordigno davanti ad una chiesa di Roma, guarda caso dopo il discorso di condanna nei confronti della mafia che Karol Wojtila fece durante un suo viaggio in Sicilia.
Da questo umile blog, visto che i soldi sono nulla, chiedo a Ratzinger di aiutarmi a pagare il mutuo di casa. Due anni fa mi costava meno di 700 euro al mese, ora la rata sfiora i 900. Saranno pur niente quei soldi per Ratzinger, ma per il sottoscritto che non gode di manna dal cielo sul proprio conto corrente sono un cappio al collo. Il sottoscritto è uno dei tanti cornuti e mazziati che ben sa, che la crisi finanziaria in atto potrebbe peggiorare, con effetti nefasti sulle sue esigue finanze e dell’esercito di pecorelle tutt’altro che smarrite se non fossero vittime di pochi ladri massoni che hanno gonfiato i numeri tosandole continuamente. Benedetto XVI sappa che il sottoscritto non si chiama Carlo De Benedetti, già in postazione panoramica da St. Moritz pronto ad osservare la barchetta Italia che affonda.
Visto che i “soldi sono niente” il signor Ratzinger libero di dire castronerie benedette dai Raiotta e dai canali Mafiaset, si conceda la libertà di fare un’opera di bene “da nulla”. Rinunci all’otto per mille e si impegni affinché il governo riabiliti l’Ici che pagheranno anche tutti gli edifici del clero. Infine l’oceano di miliardi custoditi nello Ior li ripartisca equamente (con benedizione) all’esercito di famiglie italiane da mille euro al mese. Sarebbe un’occasione ghiotta per la chiesa di unirsi al cammino dei poveracci e smettere di proteggere gentaglia come i Geronzi e i Moggi, oltre che fare una concreta azione.
Per chi volesse rinfrescarsi la memoria QUI alcuni post dedicati ai “soldi nulla” del Vaticano. Lo  Stato più ricco del mondo.

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