19/10/08

Nucleare all'italiana

Anomalia italiana: il nucleare come rinnovabile
Il Governo italiano, nel mettere a punto le sue linee per lo sviluppo economico, riesce a proporre un emendamento che, per molti versi, ricorda quello dei CIP6, con il quale furono ammessi i rifiuti bruciati tra le energie rinnovabili. Analogamente a quell’occasione, rivelatasi una vera e propria truffa ai danni dei cittadini, oggi il Governo fa entrare il nucleare nel piano di sviluppo delle energie rinnovabili. Lo si legge in un emendamento all’articolo 15 del disegno di legge AC 1441 “Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”. Naturalmente, all’interno del Parlamento, non se n’era accorto nessuno, né dalla maggioranza né dall’opposizione. D’altronde, se riguardiamo i temi portati avanti in campagna elettorale dai principali schieramenti, ci accorgiamo che quel partito trasversale che va chiamato “Partito Nucleare” ha attualmente il 94% dei seggi sia alla Camera sia al Senato.

L’allarme...
sull’emendamento viene dall’esperto di energia del Wwf, Massimo Varriale, durante un convegno sulle energie rinnovabili, quelle vere: “Eolica Expo Mediterranean”. Questa proposta del Governo, secondo Varriale, “equipara il nucleare alle fonti rinnovabili nella scala di precedenza tra le fonti energetiche che possono essere connesse alla rete elettrica nazionale”. Si tratterebbe quindi di un tentativo di porre l’energia nucleare in quella posizione privilegiata che dovrebbe invece essere destinata alle fonti pulite e ad alta efficienza. Infatti, se si va a leggere il testo, l’emendamento in questione va a contraddire un’altra norma legislativa italiana: i criteri di dispacciamento definiti dall’articolo 11 del decreto legislativo 79/99, quello noto come “decreto Bersani”, che recano le norme per “l’energia elettrica da fonti rinnovabili”.
L’articolo recita: “Il gestore della rete di trasmissione nazionale assicura la precedenza all’energia elettrica prodotta da impianti che utilizzano, nell’ordine, fonti energetiche rinnovabili, sistemi di cogenerazione, sulla base di specifici criteri definiti dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, e fonti nazionali di energia combustibile primaria, queste ultime per una quota massima annuale non superiore al quindici per cento di tutta l’energia primaria necessaria per generare l’energia elettrica consumata”. Di conseguenza, sempre secondo Varriale, “inserire il nucleare in questo articolo appare errato e fuorviante: il nucleare non è una fonte rinnovabile essendo l’uranio una risorsa limitata ed esauribile. Ci auguriamo che il prossimo passo della politica energetica del nostro Paese, perlomeno, non preveda il riconoscimento dei certificati verdi per il nucleare”.
Naturalmente, vista la decisione con la quale la politica sta cercando di far rientrare l’Italia nel club nucleare, non ci sarebbe da meravigliarsi affatto se anche per le centrali nucleari dovesse un giorno essere ammesso il regime dei certificati verdi o magari dei CIP6. Nel frattempo, nel dibattito sul nucleare interviene l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, che dichiara che in Francia, e precisamente a Flamanville, l’Enel sta realizzando in partnership con Edf una centrale nucleare da 1.600 MW, per 4 miliardi di euro. Conti fa sapere che se in Italia si dovesse produrre il 20% del fabbisogno energetico con il nucleare, si parla quindi di 60 miliardi di kilowattora, andrebbero previste 4-5 centrali come quella francese e un investimento di 16-20 miliardi di euro. Secondo Conti l’Enel è in grado di finanziare l’investimento con i flussi di cassa. In più c’è l’opzione di poter condividere l’investimento con altri investitori. Naturalmente esteri, tanto per continuare a dipendere energeticamente da Paesi terzi.
A fare da contraltare a questa corsa verso le centrali nucleari già bocciate dalla storia, c’è l’opinione del Premio Nobel per la Fisica, Carlo Rubbia, il quale, intervenendo al forum di Taormina sullo sviluppo dell’Africa ha dichiarato che “il nucleare e il solare saranno i due nuovi attori del futuro energetico mondiale”, sottolineando poi però che “non saranno il nucleare e il solare di oggi, perché occorrono innovazioni”. Quel che è certo, per ora, è che in nessun Paese del mondo l’energia nucleare è annoverata tra quelle rinnovabili, tanto meno tra quelle pulite. Un’anomalia tutta italiana, che costituisce una partita che sarà giocata nei prossimi mesi. Sulla nostra pelle.

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2 commenti:

  1. se facciamo ministro dell'ambiente un'esponente dell'imprenditoria industriale, cosa ci dovremmo aspettare (oltre alla solite figuracce in europa)? in ogni caso privilegiare il nucleare sarebbe una scelta contraria non solo alle politiche dell'unione europea, ma anche controproducente per l'economia interna che adesso troverebbe il migliore terreno per lo sviluppo delle energie rinnovabili. basterebbe che per una volta ci mobilitassimo, invece di subire passivamente.

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  2. Concordo al 100% col tuo commento, ti ringrazio per il tuo suggerimento sul video di Byoblu e ti informo che è gia stato postato da questo blog.
    Secondo me l'energia nucleare è solo una scusa per fare il nucleare in Italia per avere a disposizione uranio, speriamo di sbagliarsi

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