19/10/08

Continua l'inchiesta sulla Giustizia di Stefano Salvi


Stefano Salvi, da due settimane, chiede al Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, di prendere posizione sulla sconvolgente inchiesta relativa alla sicurezza degli atti giudiziari.

“Ministro Alfano – evidenzia il reporter - evidentemente c’è qualcosa che non va nella comunicazione tra me e lei. Quello che, in queste settimane, ho fatto sapere a centinaia di migliaia di visitatori del blog e, più in generale, della Rete, è l’incredibile caso legato al precariato dei tecnici informatici. Come ho già avuto modo di denunciare, ho scoperto che questi tecnici hanno accesso ai computer di giudici e magistrati in modo assolutamente non regolamentato e, di conseguenza, non sicuro.

Si tratta di un’anomalia del nostro sistema giudiziario, perché viene data la possibilità a degli estranei di accedere a informazioni che dovrebbero restare nel più assoluto riserbo. Tutto questo lei lo sa perfettamente, perché il mio ufficio stampa ha preso contatti con l’ufficio stampa del Ministero della Giustizia e anche con Danila Subranni, la sua portavoce. Bene, non si sa come mai, nonostante io abbia scoperto queste cose che sono di una gravità enorme, oltre al fatto che questi tecnici ci costano il doppio di quanto ci costerebbero se fossero dipendenti e non precari, non sia possibile avere il suo commento su quanto da me scoperto.

Finora mi è stato risposto che la mia richiesta è “in evidenza”. So perfettamente che lei è stato messo a conoscenza del problema, visto che il suo ufficio stampa ha più di una volta confermato di aver ricevuto le nostre segnalazioni e di averle sottoposte alla sua portavoce, la quale a sua volta le “ha messe in evidenza” al Ministro. Non potrete mai dire di non sapere. Allora come è Ministro che voi ve ne fregate di una cosa gravissima come questa? I Media servono per sottolineare le storture di un sistema che non funziona, le inchieste a questo servono. Sarebbe troppo comodo iniziare un’inchiesta laddove ci fossero già delle sentenze. Quelle non sono inchieste. Sarebbe soltanto un “copia-incolla” di quanto detto dai magistrati.

Io non sono fatto così, non do notizie già marce.

Io sollevo il problema, quando di problema si tratti e dopo la Magistratura avvia le indagini. E’ sempre stato così.

I tecnici informatici precari si sono rivolti a me in quanto vittime di un sistema giuridico-amministrativo-economico-finanziario: chiedono di essere assunti, sono loro i primi che si rendono conto che questo modo di operare non tutela la Giustizia e nemmeno i cittadini.

A me questa sembra una cosa di una gravità enorme.

A lei, evidentemente, no, dal momento che non mi risponde.

Ministro, questa notizia la sanno tutti i 952 parlamentari del Governo che sono stati da me avvisati di questa schifezza.

Tra l’altro, la cosa che mi meraviglia, è che io mi rendo perfettamente conto che lei questa situazione l’abbia subita, essendo in carica da aprile. Io non posso dare la colpa a lei perché non ne è responsabile in prima persona, ma lei non può, solo perché non ne è responsabile, non affrontare il problema e non rendersi conto di quello che sta succedendo. Ora che è stato messo al corrente di tutto, ora ne è ufficialmente responsabile. Ministro, lei è un mio, un nostro dirigente, ma è anche un dipendente dei cittadini che la pagano per essere rappresentati con giustizia. E noi da una persona come lei ci aspettiamo che nel momento in cui le vengono segnalate delle porcherie come minimo si attivi e ci dica che si renderà disponibile per dare una risposta quanto prima. Neanche quello.

Da circa due settimane le sto chiedendo di prendere posizione sulla vicenda.

Prendo atto che lei se ne frega.

Benissimo, come ne sto prendendo atto io, altrettanto faranno tutti i cittadini, compresi i suoi elettori.

Non è così che io intendo il lavoro di Ministro.

E’ così che io intendo il lavoro di giornalista”.
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Gola profonda del Ministero della Giustizia dà ragione a Stefano Salvi

“Ministro, contrariamente a lei – dichiara il reporter - c’è qualcuno del suo Ministero che una risposta me l’ha data, facendomi pervenire in forma anonima una circolare intestata “Ministero della Giustizia” che pubblico integralmente sul blog tra i documenti dell’inchiesta. Evidentemente, qualcuno ha preso in seria considerazione le cose che ho fin qui detto: prenda atto che c’è una gola profonda nel suo Ministero, magari un funzionario o un impiegato. La circolare è firmata da Sergio Brescia, direttore generale per i Sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia. In questa circolare viene chiaramente evidenziato che i sistemi informatici del Ministero della Giustizia devono essere riqualificati per poterne garantire la sicurezza.

Ciò significa che, allora, il problema della sicurezza esiste. Stai vedere che le cose che dico, che le porcherie che denuncio, alla fine sono vere? Ministro, io aspettavo delle risposte da Lei e mi è arrivata questa circolare nella quale il direttore Sergio Brescia avverte i Tribunali e le Corti di Appello che bisogna attivare un sistema di protezione per la sicurezza. Sono d’accordo, perché però tale circolare non è stata indirizzata anche alle Procure?

Vuol dire che le Procure sono di serie B? In tale circolare si evidenzia anche che i processi di informatizzazione servono per eliminare i costi del personale addetto all’assistenza, ma non si dice come tali processi saranno attivati. E soprattutto chi installerà questi nuovi sistemi, chi li verificherà? Cioè si vorrebbero sostituire i tecnici informatici precari con delle postazioni remote?

E la sicurezza dove sta? Un precario da Torino potrà entrare nel sistema informatico di Reggio Calabria? E se questo precario di Torino è un criminale, è figlio di criminali? Siamo sempre lì.

L’assistenza deve essere fatta da gente assunta, in grado di dare le massime garanzie, preparata, inquadrata adeguatamente e verificata dal punto di vista del certificato penale. Questa circolare una cosa ce l’ha detta: che il Ministero di Grazia e Giustizia ha capito che c’è un problema di sicurezza, che però non va affrontato come dice la circolare, cercando di eliminare il personale per poter spendere meno soldi.

Non è così che si fa la rivoluzione. Ministro, sto aspettando che mi risponda che ha preso atto del problema e che si attiverà per risolverlo”.

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