10 ottobre 2008
Roma. Dure le parole della presidente dell'Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, Sonia Alfano che si scaglia contro la magistratura messinese che "dovrebbe essere al fianco di chi denuncia" e non attaccarlo.
"La magistratura messinese - prosegue la nota dell'associazione - dovrebbe essere al fianco di chi denuncia e di chi si assume il rischio di portare alla luce del sole il verminaio messinese di cui una certa magistratura messinese potrebbe essere parte integrante. Ogni singola parola pronunciata dall' Avvocato Repici, che da anni difende moltissimi familiari di vittime della mafia, è stata formulata con ineccepibile precisione e cognizione di causa e resa, a suo tempo, alle autorità giudiziarie competenti".
"Se qualche magistrato messinese ritiene di essere stato vittima di 'accuse indiscriminate' dimostri la sua estraneità al sistema denunciato dall'avvocato Repici schierandosi contro quei magistrati dalla comprovate frequentazioni con mogli di boss e con i loro inesistenti figli. Invece - continua - l'unica mossa che questi prodi difensori della 'fiducia dei cittadini nei confronti della istituzione giudiziaria' hanno saputo attuare è stato un attacco a chi da anni denuncia un sistema di strane inefficenze ed una difesa del Procuratore Generale Cassata, proprio colui che ha incontrato la moglie del boss Gullotti e che mentì davanti al CSM affermando di essersi fermato a parlare con la moglie del famoso latitante per fare una carezza al figlio che, come una relazione di servizio dei carabinieri afferma, non era presente all'incontro".
"Noi familiari delle vittime di mafia - prosegue Alfano - avendo piena cognizione della situazione messinese ed avendo subito sulla nostra pelle il 'sistema messina', sottoscriviamo le affermazioni dell'avvocato Repici ed invitiamo lui ed i parlamentari che hanno presentato le molte interrogazioni sugli strani comportamenti di quella procura, a proseguire nella loro azione di denuncia.
"Chiediamo a quei magistrati messinesi che svolgono con rigore etico il proprio dovere di dimostrare la loro buona fede uscendo allo scoperto e prendendo una posizione netta contro i magistrati della loro procura che si sono macchiati di gravissimi comportamenti e di fare chiarezza sulle vicende e sulle persone citate dall'avvocato Repici. E' in questo modo - conclude l'Associazione - che si alimenta la fiducia dei cittadini nell'ordine giudiziario e non attaccando un avvocato che ha il merito, grazie anche al buon giornalismo degli autori di "blu notte", di denunciare fatti e circostanze di una gravità inaudita".
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