24/11/08

Elezioni Abruzzo. Quando il voto di scambio diventa legale.


Il video incriminato del candidato del PdL, Giovanni Chiodi

Il senso della giustizia che alberga nell'attuale maggioranza di governo è particolare. E' un paradosso continuo.
Lanciano crociate contro gli immigrati criminali, prendono le impronte digitali ai rom, dispiegano le forze armate nei centri storici, propongono il reato di immigrazione clandestina e al tempo stesso tagliano i fondi alle forze dell'ordine, depenalizzano reati come il falso in bilancio, propongono scappatoie come i lavori socialmente utili in cambio della cancellazione della pena anche dalla fedina penale e bloccano i processi.

E ora l'ultima novità, nella terra a cui quasi tutta l'Italia guarda con interesse, il primo voto di una certa importanza e risonanza nazionale: l'Abruzzo.
Ho già parlato in passato di quel sistema di corruzione e di distruzione della sanità pubblica che vede responsabili secondo le accuse in egual misura il PD e il PdL abruzzesi, delle denunce fatte in passato dal partito abruzzese di Rifondazione Comunista ai danni di Del Turco e della stessa maggioranza di governo di cui faceva parte e delle molteplici e stravaganti trattative incrociate di questi giorni per la formazione delle coalizioni.

Ma tutto questo si è quasi perso nel dimenticatoio, perché oggi la regione Abruzzo ha una nuova peculiarità: la legalizzazione a tutti gli effetti del voto di scambio.
Chi ha dato vita a questa novità? Neanche a dirlo, il candidato del PdL, sindaco dimissionario di Teramo, Gianni Chiodi.

Uno spot diffuso su youtube e sul sito ufficiale del candidato del Popolo delle Libertà invitava tutti i cittadini abruzzesi presso i banchetti organizzati dal PdL a sostegno di Gianni Chiodi per presentare i propri curriculum vitae. In cambio sarebbero stati chiamati dalla Regione entro due mesi per un colloquio finalizzato "all'avviamento all'imprenditorialità".
In parole semplici, vieni qui con i tuoi dati, garantisci che mi voterai e io ti trovo il posto di lavoro. Tutto legale, tutto nero su bianco.

"Correte alle Bancarelle per Chiodi Presidente, rispondete ai 'questionari di auto-selezione', prenotate gli incontri di orientamento e formazione che partiranno dal gennaio 2009... Stringiamoci la mano e scambiamoci energia".
Questo il tenore degli inviti.

Inutile stare a riferire le reazioni delle opposizioni, in particolar modo quelle più dure de La Destra e di Rifondazione Comunista, che hanno accusato il candidato del PdL, lista ammessa alle elezioni in extremis dal tribunale regionale, di aver praticamente rasentato, se non espressamente violato, il codice penale.

Ma è bastato rimuovere il video e la raccolta di curriculum per far terminare questa squallida manovra elettorale in un nulla di fatto. E l'impunità diventa sovrana.

La domanda a questo punto diventa: gli elettori si faranno influenzare da tutto questo, come si dovrebbero far influenzare dagli scandali regionali sulla sanità? C'è qualcosa che li scandalizzerà? O si lasceranno trascinare dalla solita corrente che urla a gran voce "conservazione"?

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