Qualcuno ricorda se sia già successo, almeno una volta negli ultimi 60 anni di Repubblica, che il capo di una formazione politica presente in parlamento dia del corruttore politico al presidente del consiglio? Dalle ricerche che ho fatto io no.
Ebbene, quale miglior titolo di apertura ci sarebbe stato per i quotidiani cartacei di oggi se non “Di Pietro: Berlusconi è un corruttore“? No! La massoneria gentile e deviante del primo quotidiano italiano preferisce glissare.
Il Corriere della sera di oggi, come potete leggere, scrive a tutto tondo “Rai, accordo Pd-Pdl su Zavoli”. Della frase “corruttore politico” detta ieri da Antonio Di Pietro in conferenza stampa che ha determinato la decisione di sostituire alla presidenza della commissione di vigilanza Rai Zavoli con Villari, non c’è traccia. Non soltanto nel titolo ma pure nel sommario, nell’occhiello e nella dozzina di righe di articolo che seguono. L’occhiello si limita a fare da manutengolo al piduista riportando che chiama Ballarò per dire “querelo Di Pietro” e morire con un insignificante “attacco a Epifani”.
Nelle scuole di giornalismo il titolo viene definito fondamentale per richiamare l’attenzione del lettore col riassunto in poche parole del succo delle vicende di giornata. Se è costruito in maniera sbagliata, (come nel caso del Corriere) il lettore non sarà interessato alla prosecuzione della lettura.
Sappiamo purtroppo che i criteri per la titolazione, soprattutto negli ultimi anni, sfuggono sempre più spesso dalle regole fondamentali, adattandosi invece a gusti e obiettivi delle singole testate.
La regola principale di garantire nel titolo un’informazione immediata, chiara e univoca, nel Corriere di oggi non c’è. Scrivere “Rai, accordo Pd-Pdl su Zavoli” significa dare risalto sproporzionato soltanto a un dettaglio conseguente al clima che si è creato dopo la frase “Berlusconi corruttore politico” pronunciata da Di Pietro. Siccome occhiello e sommario dovrebbero avere la funzione di formire ulteriori elementi per la comprensione della notizia, quelli di oggi sul Corriere sono altrettanto confusi e devianti. Infatti, anche l’occhiello odierno del Corsera che precede il titolo recita “Presidente della Vigilanza, svolta dopo lo scontro su Orlando. Ma Villari: io non mi dimetto”. Fare titolo, occhiello e sommario in questo modo significa comportarsi da giornalisti professionalmente corrotti.
Fumoso, purtroppo, è anche l’editoriale di Massimo Franco messo sotto il titolo in prima pagina battezzato “Il triangolo” in cui si parla della figura di Zavoli e delle reazioni attorno a Villari. Niente di niente sul nocciolo della questione, ossia che il corruttore Silvio Berlusconi ha fatto nominare il presidente di commissione della vigilanza Rai in barba alla regola che vuole sia l’opposizione a deciderlo proprio perché continua ad esercitare il controllo diretto del canale televisivo pubblico.
In un modo simile si comporta Repubblica di oggi, con la differenza che su questo quotidiano qualcuno ha almento avuto il coraggio di scrivere “corruttore politico” nelle 4 righe striminzite dell’articolo. Nessuna traccia della frase di Di Pietro sia nel titolo, che recita “Berlusconi in tv attacca Di Pietro” che nel sommario in cui si legge la reazione di Berlusconi “Io corruttore? Mi denunci o lo querelo” che nell’occhiello che recita: “Il premier interviene a Ballarò e litiga con il leader della Cgil e con Bersani. Vigilanza Rai, accordo tra la maggioranza e Veltroni sul nome di Zavoli”.
Stiamo certi che anche tutti i tg di oggi glisseranno la questione spinosa del corruttore. Vera causa della perdita di democrazia in questo paese malato fatto di leggi ad personam e di bugie grazie a servi come il direttore del Corriere Paolo Mieli. Peccato che la vergogna appartenga soltanto ai galantuomini.
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