Le stime sopra riportate considerano i costi che mediamente vengono sostenuti per costruire una centrale. Non considerano, ad esempio, che in India, i costi completi degli ultimi dieci reattori sono aumentati del 300% rispetto al budget previsto all’inizio. O che l’ultimo impianto completato negli USA è stato quello di Watts Barr 1 nel 1996, e che ci sono voluti 24 anni per completare i lavori (dati del Dipartimento dell’Energia USA). E soprattutto questi valori non considerano i costi delle scorie nucleari.
Non è quindi un caso se nell’unico paese in cui c’è un libero mercato dell’energia - gli Stati Uniti - non si sono più costruiti impianti dagli anni settanta (anche questo dato è del Dipartimento dell’Energia USA). Last but not least: le centrali nucleari producono solo energia elettrica. L’Italia però dipende dall’estero per l’importazione di combustibili fossili e gas naturale soprattutto per rispondere al suo bisogno di trasporti e riscaldamento. E finora non ci muoviamo né ci riscaldiamo con l’energia elettrica.
P.S.: Ciquta, in un commento al post L’informazione italiana ed il nucleare cita un documento della Confartigianato che dice due cose interessanti:
1) “le tasse sul chilowattora in Italia (Iva esclusa) sono superiori di una percentuale che oscilla tra 87,8% e il 160,2%” al resto dell’Europa,
2) “il costo dell’energia” “in Italia rimane più elevato tra il 22,2% e il 45,7% rispetto ai sette paesi ‘no nuke’”.
Insomma, anche secondo la Confartigianato il problema del costo dell’energia non si risolve con il ricorso al nucleare.
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