07/11/08

Sporchi da morire

Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale

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Si chiama Sporchi da morire, il film-documentario realizzato da Marco Carlucci, David Gramiccioli e Matteo Morittu. Un viaggio nel mondo degli inceneritori, delle nanoparticelle e delle alternative possibili.

Sul sito del film trovate un interessante trailer di oltre 10 minuti in cui riconoscerete personaggi molti noti: primo fra tutti il professor Stefano Montanari, da anni ormai impegnato nella lotta contro gli inceneritori.

Sporchi da morire racconta il viaggio alla ricerca della verità del giornalista David Gramiccioli. Viaggio che l'ha portato tra l'Italia, gli Stati Uniti, gli Emirati Arabi, la Germania, la Francia, la Spagna e l’Austria.

Sul tema degli inceneritori il dibattito è da sempre molto acceso: da una parte medici e studiosi come Montanari che invitano ad aprire gli occhi sul problema, dall'altra altrettanti medici e politici che si prodigano per rassicurare i cittadini che gli inceneritori non fanno male.

Eppure esistono diversi studi che testimoniano il legame fra incidenza del cancro e gli inceneritori mentre sono in molti a sostenere, tra cui lo stesso Bertolaso, l'antieconomicità di questi ultimi.

Per non parlare poi delle nanoparticelle, polveri dello spessore anche di 0,1 micron, che hanno effetti devastanti sull'organismo umano e generano le cosiddette nanopatologie, causa di malformazioni fetali, tumori infantili, malattie allergiche, infiammatorie e neurologiche.

E le soluzioni alternative, quelle che indaga Sporchi da morire, esistono: si chiamano riduzione dei consumi, riduzione degli imballaggi - vedi i prodotti alla spina -, trattamento meccanico biologico e raccolta differenziata.

Tutti argomenti che voi che leggete Blogeko conoscete a memoria. Così come sapete ciò che il Governo ha deciso di fare per risolvere il problema: ovvero reistutire i Cip6 per gli inceneritori.

Parlo di quei finanziamenti che dovrebbero andare alle rinnovabili e che paghiamo proprio noi attraverso le nostre bollette. Con quei soldi continueremo a finanziare ciò che - tanto per citare il film - "difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno".

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