Secondo il pm Mills era a libro paga di Silvio Berlusconi in un rapporto di sudditanza che, una volta denunciato dal suo commercialista, ha testimoniato suo malgrado, ben sapendo di fare un torto ad un caro amico come il “dottore”, il nomignolo di Berlusconi.
6 ore per ricostruire un vorticoso giro di soldi transitati su conti correnti svizzeri, di Gibilterra e britannici, originati dal conto di Benjamin Marrache dietro il quale, secondo il pm si nascondeva Berlusconi.
Bonifici di centinaia di migliaia di sterline controvalutate in milioni di dollari, che la stessa consulente Daniela Tavernari, sentita 2 volte, non ha saputo spiegare. Importi ingenti. Così come ingenti furono i 10 miliardi di lire di cui si è dibattuto nel processo Telepiù, troppi per essere stati un semplice onorario riservato ad un fiduciario.
Già perché il rapporto fra David Mills e Silvio Berlusconi iniziò nei primi anni ‘90, quando il presidente del consiglio pagava le tangenti a Bettino Craxi. Rapporto proseguito anche dopo le confessioni dell’avvoato inglese.
Le 55 mila sterline giunte da Gibilterra sul conto di Mills nel novembre 2004, soltanto 5 anni fa, sono, secondo De Pasquale, la dimostrazione che l’avvocato inglese ha attinto dai conti riconducibili a Berlusconi fino in tempi recenti, come contropartita al suo ruolo di figura che subisce i fastidi delle vicende Fininvest. I 600 mila dollari oggetto dell’inchiesta sono soltanto la punta di un gigantesco iceberg, bonificati nel novembre del 1999 affinché Mills testimoniasse il falso nei processi All Iberian e tangenti alla guardia di finanza, in cui Berlusconi era imputato.
I minuziosi e maniacali dettagli raccontati in aula da Fabio De Pasquale, sono frutto di ricostruzioni ricavate da quanto scritto in alcuni documenti informatici sequestrati, dopo che erano stati cancellati e recuperati dall’hard disk del computer di Mills, oltre che in alcune mail che inchioderebbero alle proprie responsabilità David Mills, in qualità di corrotto, e Silvio Berlusconi in qualità di corruttore. Il coimputato la cui posizione è stata stralciata in un processo separato, in attesa che la Consulta si pronunci sulla legittimità della porcata alfano.
Un comportamento grave e raro quello tenuto da un avvocato, secondo il pm, che nell’archivio delle sentenze italiane non trova eguali, se non in misura molto minore in alcuni procedimenti civili.
Perciò Fabio De Pasquale ha chiesto per David Mills una condanna a 4 anni e 8 mesi per corruzione in atti giudiziari.
Il 20 gennaio 2009 è attesa l’ultima arringa del difensore di Mills Federico Cecconi e, se logica vorrà, ci sarà anche la sentenza di primo grado. Domani il video con l’intervista lampo a Cecconi, al quale ho chiesto se spera di poter contare in una modifica a tempi di record dell’articolo 190 del codice di procedura penale, che Niccolò Ghedini avrebbe messo a punto in questi giorni. Una fila di testimoni da convocare in extremis. Chissà, staremo a vedere.
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