19/12/08

Napolitano, Presidente della Repubblica garante di chi?

"La corruzione dilaga dappertutto: nelle giunte comunali, nel governo, nell'industria, dappertutto, e dobbiamo liberarcene. Non è che siccome le cose da tempo vanno così, vuol dire che debbano andare sempre in questa maniera: è ora di dire basta e girare pagina. Il cambiamento: questo è il mio obiettivo, e ovviamente è anche quello dei Clash"
Joe Strummer

Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, garante di chi?Al dilagare della corruzione, delle collusioni e infiltrazioni mafiose, dei conflitti di interesse che devastano la cosa pubblica, tutti si riempono - ora - la bocca con la "questione morale" e con continui richiami e rimandi a codici "etici". Ma doveva arrivare la magistratura, di nuovo, come 16 anni fa, perchè si comprendesse che noi non si era dei visionari quando dicevamo, con pochi altri, che la situazione era ben peggiore di Tangentopoli? In Italia si, qui non basta neppure l'intervento della magistratura, perchè da un lato si cerca di scaricare le responsabilità su quelli "presi" per negare che l'illegalità sia sistemica, dall'altro si lavora per negare i fatti e rovesciare la realtà accusando chi parla delle inchieste o chi le inchieste le fa. E intanto si lavora per bloccare definitivamente la magistratura, o meglio, per piegare quanti, fedeli alla Costituzione, nella magistratura si dimostrano autonomi e indipendenti da ogni altro Potere dello Stato e considerano la legge uguale per tutti...
Nel frattempo gli stessi oligarchi, al tavolo della ciurma di Palazzo, si presentano come 'nuovi' ed 'estranei', come se a quel tavolo sino all'arrivo degli arresti loro non ci fossero mai stati e se c'erano erano sempre in bagno e non notavano che il banchetto divorato era la cosa pubblica. E qualcuno ancora gli crede, qualcuno ancora pensa che vi siano contrapposizioni, maggioranze ed opposizioni (più o meno rumorose) e non si è ancora accorto che in realtà sono complementari gli uni agli altri... quando non sodali persino in società private, perfetti ponti tra quei comitati d'affari che ormai sono i Partiti in un Paese, come l'Italia, che dal 1948 non ha ancora approvato alcuna legge sulla responsabilità giuridica dei partiti stessi. Un sistema bloccato prima tra comunisti e democristiani, oggi il teatro è cambiato... sul palco abbiamo la contrapposizione berlusconiani e pidini-dipietristi. Due volti della stessa medaglia, tanto che, andando nel concreto nessuna differenza sulla gestione pratica del potere (come dello stesso cosiddetto Partito) si è evidenziata alla prova dei fatti, al di la degli slogans e delle dichiarazioni tuonanti. Il disegno è chiaro, è sempre lo stesso: popolo dividiti, litiga, credi... fatti normalizzare nel disegno del "sistema", fatti omologare al grande teatro della nuova era.

In Italia il Colpo di Stato è in atto dal 1992. I primi segni furono le stragi di Capaci e Via D'Amelio. Poi le bombe del '93. Di lì in avanti la strategia cambiò e tutto venne compiuto per via legislativa , in Parlamento. Maggioranze diverse, di centro-destra e di centro-sinistra, hanno approvato provvedimenti devastanti che hanno di fatto mortificato già l'autonomia e l'indipendenza della Magistratura, ovvero hanno reso impossibile o quasi arrivare a verità e giustizia, disegnando una giustizia classista che di fatto cancella il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, con tolleranza assoluta, ovvero impunità, per i potenti e tolleranza zero con i deboli. Il golpe dei colletti sporchi ripuliti e candeggiati, dagli uni e dagli altri, con la rincorsa ad avere tra le proprie file ex piduisti e potenti massoni, quando non uomini conniventi o contigui alle mafie, ha devastato le Istituzioni e gli Enti locali, in un proliferare di conflitti di interessi dai piccoli comuni ai più alti livelli istituzionali, maturato all'ombra del conflitto di interessi di Berlusconi. Licio Gelli a Sanremo il 9 dicembre, lo ha detto chiaro: il programma della P2 è stato tutto realizzato, manca solo il tassello per cancellare autonomia e indipendenza della Magistratura.
La deriva illiberale, l'attentato alla Costituzione è proseguito inesorabile. Oggi arriva il colpo di grazia.

Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, davanti ad una politica che è marcia, chiede che la politica, una volta per tutte, faccia quell'ultima riforma della Costituzione per risolvere il "conflitto tra politica e magistratura". Peccato che il conflitto di cui parla Giorgio Napolitano sia solo quello della politica contro la magistratura e verso ogni controllo di legalità, per assicurare all'oligarchia l'impunità assoluta. Per risolvere questo "conflitto" basterebbe che chi amministra la cosa pubblica, come chi governa il Paese e le Regioni, non commettesse reati... basterebbe che una volta evidenti i fatti - come quelli che emergono inequivocabili dalle intercettazioni - i responsabili si facciano da parte, e, difendosi nel processo, lascino i ruoli elettivi o di governo. Per questo non serve nessuna riforma della Costituzione. Dovrebbe essere normale... è normale in ogni altro Paese che si dica liberale e democratico, partendo dai tanto amati Stati Uniti, dove persino per fatti penalmente irrilevanti, ma puramente contrari all'etica pubblica, i potenti rassegnano le dimissioni. Quindi cosa intende Napolitano? Intende quella riforma della nostra carta fondamentale per addomesticare definitivamente e totalmente la magistratura, ponendola sotto il controllo del Potere Esecutivo, violando il principio liberale della separazione dei Poteri? Se intende questo ci troveremmo davanti ad uno smarrimento della funzione di garante della Costituzione da parte del Presidente della Repubblica, che, secondo noi, di fronte al disastro della politica corrotta, preferisce reindossa i panni di garante della nomenklatura. Vorremmo chiarezza per non assistere al consumarsi di quello che, a nostri occhi, appare sempre più come un attentato alla Costituzione, direttamente da parte dal suo custode.

Ed allora? Allora sta a noi, cittadini - ancora formalmente, almeno - muoverci. Occorre andare oltre agli appelli che tanto cadranno nel vuoto... non si può, infatti, pensare che un Parlamento illeggitimo, auto-nominato dall'oligarchia e non certamente eletto dal Popolo, agisca contro sè stesso! Occorre metterci la faccia. Occorre prendersi qualche responsabilità... i diritti e la libertà di questo Paese hanno un prezzo che ci chiama in causa tutti, nessuno eslcuso. Occorre un po' di quel "ribbellismo" che tanto non piace al nostro Presidente della Repubblica. Occorre una rivolta delle coscienze, dal basso, senza partiti e senza bandiere, ma solo con la Costituzione alla mano. Occorre trovare la forza di "assediare i Palazzi del Potere", pacificamente. Ricordiamo la rivoluzione silenziosa in Spagna che seguì alla morte del dittatore Franco, dove il Paese si ricostruì da zero, su delle solide basi democratiche? Siamo in grado di fare altrettanto e scacciare i ladroni dal Palazzo o siamo ormai condannati all'apatia, all'indifferenza... alla rassegnazione. Il futuro non è scritto e se prendiamo coscienza della neccessità e possibilità di liberarci di una classe politica corrotta che occupa ormai ogni angolo della Pubblica amministrazione (dalle società pubbliche ai Comuni alle Regioni, dalle Province al Parlamento, dagli Enti pubblici al Governo) allora possiamo scriverlo, rubardolo dalle mani di quella ciurma da Tribunali che, con il potere del ricatto, della clientela e della spartizione, vorrebbe averlo già scritto e consegnato.
I neri afro-americani hanno rischiato e si sono mossi, hanno pagato prezzi alti, ma alla fine ce l'hanno fatta. Noi siamo l'unico Paese al mondo il cui popolo non è pronto a pagare nessun prezzo per salvarsi dal baratro, per rivendicare un briciolo di dignità.
Noi la nostra risposta l'abbiamo già data da tempo: andiamo allo "scontro"... in questo disgraziato e devastato Paese ormai rivendicare, pretendere il rispetto dei Diritti, rivendicare Legalità e Giustizia Sociale è da banditi... bene, saremo i "banditi" della Legalità! Voi?

Fonte articolo

Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.
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