E mentre Obama sceglie un premio Nobel per la fisica per completare la sua squadra per l’ambiente, il nostro premier sbarca a Bruxelles minacciando il veto italiano al piano ambientale della UE. Il nostro governo, non ancora appagato dal taglio al bonus fiscale favorevole ai risparmi energetici, va in Europa con le peggiori intenzioni sull’ecosistema. Tanto che molti ambientalisti tacciano l’Italia di scarsa sensibilità sull’argomento, a cominciare da Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends che invia una lettera aperta al Presidente della Repubblica ed alle più alte cariche dello Stato. E non è esattamente il club delle Giovani Marmotte quello che sta rilevando il comportamento irresponsabile del nostro paese. Ma alle stesse conclusioni sarebbero facilmente arrivati anche Qui, Quo e Qua.
A parte i lamenti dall’oltretomba del “governo ombra” i mezzi di informazione sembrano seguire passivamente il tema, come sempre si affidano alle solite dichiarazioni ufficiali dei soliti politici di primo piano. Poche eccezioni ricordano che 11 anni fa veniva sottoscritto anche dall’Italia, insieme ad altri 159 paesi, il protocollo di Kyoto per la riduzione di emissioni dannose all’ambiente. Da allora l’intesa è stata trattata, da tutti, come se fosse l’iscrizione ad un circolo del tennis: ogni tanto ci si vede e si consuma un drink sulla veranda, mentre qualcuno laggiù lontano sta a sudare sui campi in terra battuta. Le emissioni sono decisamente aumentate, solo nel nostro paese l’incremento è stato del 10% dal 1990 ed attualmente siamo relegati al 44esimo posto tra i 57 stati a maggiore produzione di anidride carbonica.
Con queste premesse, invece che con la coda fra le gambe ci presentiamo a Bruxelles con tutte le intenzioni di fare la voce grossa, preparandoci a decidere con il nostro veto anche per tutti gli altri. Tutto giustificato con la crisi economica in atto: “affrontiamo un Consiglio europeo con molta preoccupazione. Trovo assurdo parlare di emissioni quando c’e’ una crisi in atto. E’ come se chi ha la polmonite pensa di farsi la messa in piega…”. Una inattesa nota di pessimismo, da parte di chi lo sta combattendo su tutti i mezzi di informazione. Se il tono dei ragionamenti è questo, inutile sperare che improvvisamente realizzi che prima o dopo carbone, petrolio, gas e tutti gli altri possibili combustibili fossili si esauriranno. Guai poi a pensare alla ricerca ed all’industria delle fonti rinnovabili, possibile opportunità di sviluppo e di crescita economica: fa molto più business un inutile ponte sullo stretto.
Sull’argomento ha esternato copiosamente anche un certo Vittorio Sgarbi, parlando di generatori eolici per l’energia elettrica: “Hanno sull’ambiente lo stesso effetto violento di un pedofilo su un bambino”, ha dichiarato. Visto poi che si intende di mafia, Sgarbi dice anche di temere per l’attivo ruolo di “facilitatori” all’eolico che potrebbero fare inciuci con gli enti pubblici, offrendo incentivi in cambio di concessioni. “Una sorta di mafia che convince i sindaci a dare le concessioni per le pale per pochi spiccioli”, e sappiamo che il sindaco di Salemi di mafia se ne intende, ne abbiamo parlato qui.
Nel frattempo il nostro ambiente, quello vero, fragile e tangibile, sta continuamente mostrando segni di instabilità. Eventi eccezionali come piogge torrenziali ed alluvioni stanno diventando normali nel nostro paese, ci stiamo forse tropicalizzando? Per informazioni chiedere ai cittadini di Roma, oggi in ginocchio per il maltempo.
di Sergio Fornasini per www.gabrielemastellarini.comCondividi su Facebook
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