Ma io, sto cercando un medico. Non posso inventarmi un inciucio o togliermi gli slip per invitare a leggere.
Il mondo del giornalismo, lo sappiamo tutti, è cambiato. Troppo spesso, la quantità va a discapito della qualità. Le notizie corrono veloci. Ciò che è scritto adesso, tra cinque minuti è cosa vecchia. Fare informazione di spessore è questione assai complessa. È possibile parlare di “quasi” tutto. Spesso però, è proprio quel “quasi” mancante, a fare la differenza. È possibile discutere di politica, di economia, svelare nel dettaglio la vita intima di Vip o presunti tali, ma tutto deve essere accattivante, condito di polemica o di doppi sensi.
Chi riesce, oggi, a guadagnarsi una prima pagina? Il politico, l’imprenditore, la soubrette, il raccomandato: padroni del mondo. Gli altri? Le persone comuni? No, loro no. Loro, i giornali li possono solo leggere: se sui giornali ci finiscono, significa che hanno ucciso o che qualcuno li ha uccisi. Ma è davvero questo che vogliamo? Possibile che le nostre menti siano tanto distorte da cercare, volere, il marcio ovunque? Si. Amiamo i tradimenti. Amiamo la pochezza d’animo.
La storia di Daniele, unico bimbo al mondo a presentare una mutazione puntiforme nell'esone 14 di tipo Missense l’hanno letta in molti su Agorà Magazine. In tanti si sono rivolti al padre del piccolo, Fabio Amanti, per offrire sostegno, per saperne di più. In tanti, ma ancora in troppo pochi. Serve un medico. Non uno qualunque: serve un luminare, capace di mettersi in gioco per un solo bambino. Ma come si fa a trovarlo, se gran parte dei media chiudono le porte? E soprattutto, come si fa a trovare il modo per “obbligare” la massa a leggere storie come quella di Daniele? Bisognerebbe agire d’astuzia, anzi, agire in malafede: con l’inganno. Una foto di un bel seno nudo, questo servirebbe, al posto dell’immagine di un bimbo innocente, ma colpevole di essere “solo” un semplice bimbo. Colpevole di non essere figlio di Vip (dove per Vip si intende anche il partecipante al reality del momento: Italia della vergogna!). Sì, se scendessimo al compromesso del sesso o del pettegolezzo, se trovassimo un titolo poco pulito, ma terribilmente invitante, ecco che la storia di Daniele, come per “magia”, sarebbe sulla bocca di tutti e di bocca in bocca, forse, arriverebbe anche all’orecchio del medico che fa al caso suo.
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