“Nel 2001 a Ciserano, un centro a Nord di Treviglio in provincia di Bergamo, in una fabbrica galvanica, che produce cromature, quindi utilizza cromo – denuncia Stefano Salvi - si verifica una perdita che contamina anche la falda acquifera. Il problema si presenta in tutta la sua gravità in particolar modo nel comune di Treviglio.
L’allarme è stato dato, ma nessuna Amministrazione comunale ha affrontato e risolto il problema: l’acqua potabile è inquinata da cromo esavalente, un potente cancerogeno.
Da parecchi anni la dottoressa Patrizia Siliprandi chiedeva una bolletta trasparente, così da poter avere il quadro preciso della composizione chimico-organolettica dell’acqua potabile.
Quest’anno finalmente è riuscita ad ottenere una sorta di analisi espressa però in maniera ambigua: senza la specifica del cromo (totale e esavalente) il livello dello stesso superava comunque il limite consentito dalla legge.
Facciamo un passo indietro.L’Istituto Mondiale di Sanità e anche la legge prevedono alla falda un massimo di 5 microgrammi di cromo esavalente (quello cancerogeno) e un massimo di 50 microgrammi di cromo trivalente (benefico).
Quando la dottoressa Patrizia Siliprandi ha fatto notare al comune di Treviglio che i livelli di cromo esavalente presenti nell’acqua potabile superavano i 20/25 microgrammi, l’amministrazione ha risposto che il massimo consentito era di 50 microgrammi.
Non è affatto così. Alla falda sono consentiti 5 microgrammi, ma al rubinetto non è concesso neanche un microgrammo.
Per cui l’acqua che bevono i trevigliesi è altamente cancerogena.
La falda deve essere bonificata, non si può attingere l’acqua potabile per i cittadini. Ma non soltanto.
Ciò comporta che la catena alimentare viene compromessa. I prati, le verdure, tutto quello che viene irrigato con quest’acqua è cancerogeno, il pane stesso che viene impastato con quest’acqua, gli animali che sono allevati con quest’acqua.
La bollitura non serve a nulla, così come i filtri che vengono posizionati nell’acquedotto. I trevigliesi stanno bevendo quest’acqua da otto anni e la previsione è che la berranno per altri otto anni.
Quindi, tutti gli animali e le persone, in particolare, sono a rischio di cancro.
Il cromo si deposita sui reni e sul fegato ed è citotossico, cioè addirittura si trasmette nel Dna. E rende anche infertili.
Se un trevigliese venisse contagiato dal cromo potrebbe quindi succedere che i figli, anche se nascessero in un’altra parte del mondo, potrebbero ereditare l’effetto cancerogeno del cromo dal padre.
Il sindaco è a conoscenza della cosa da anni.
Quando non era sindaco manifestava un’estrema preoccupazione. Ora non più.
Lei ha fatto fare delle analisi da un laboratorio privato. Che esito hanno avuto? Che su nove pozzi otto sono inquinati. Uno in maniera particolare. Il cromo ammonta a 25 cioè 5 volte più del consentito.
E’ ora di finirla con questo schifo.
La cittadinanza trevigliese non può subire passivamente il Consiglio comunale e del sindaco.
Ma il presidente della provincia Bettoni si vuole dare una svegliata si o no?”
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