28/01/09

La casta di conigli censura piazza Farnese e Rete


Oggi a Roma in piazza Farnese c’è l’iniziativa a sostegno del procuratore Luigi Apicella. Intervengono Marco Travaglio, Carlo Vulpio, Beppe Grillo, Antonio Di Pietro, Sonia Alfano e i familiari dei morti nelle stragi di mafia.
Sulle principali testate nazionali, di questa iniziativa, oggi, non c’è una sola parola. Corriere e Repubblica hanno fatto di più: hanno steso il velo della censura persino sulle pagine locali di Roma!
Sulle prime pagine domina il negazionismo lefebvriano assieme a quello dell’informazione. I filoni nettamente separati fra la stampa allineata e la stampa libera della Rete fanno emergere 2 italie: una dopata e una acqua e sapone. Oggi se almeno 2 o 3 milioni di italiani sanno di piazza Farnese è soltanto grazie alla Rete. La peggior nemica della casta corrotta italiota che non sa più come fermarla. Non a caso la stessa casta non esita a sfornare provvedimenti comunisti che fanno a pugni con le direttive europee in materie di libertà, diritto degli utenti e concorrenza.
Loro ci provano e ci riprovano. L’ultima bozza di proposta di legge finita sui tavoli del governo, ufficialmente per combattere la pirateria digitale, se passerà, si tradurrà in censura del web a spese degli utenti ma anche di siti come YouTube a vantaggio di Mediaset. Partorita dal neonato Comitato tecnico governativo contro la pirateria digitale e multimediale,a bozza è pubblicata sul sito di Altroconsumo.
Protegge gli interessi dei soliti papponi che per intere generazioni hanno fatto il bello e il cattivo tempo nel mercato discografico, ma è contrario alle direttive europee in tema di interessi dei consumatori e dell’innovazione del mercato digitale”.
I punti inquietanti della proposta sono la delega in bianco al governo che si fa “garante” della difesa del diritto d’autore per colpire gli utenti e i provider, che secondo il diritto comunitario recepito anche dall’Italia non possono essere responsabili di quanto fatto dai propri utenti. Ma per gli alleati del presidente del consiglio dei piduisti è vitale far vincere Mediaset contro Youtube, come già anticipato la scorsa estate dal deputato mantenuto Luca Barbareschi. Non solo. La bozza, così com’è comporterà misure di disconnessione coatta degli utenti da internet, apprezzata sia dalla Siae che dalla Fimi. Bocciata dal parlamento europeo, oltre che alla censura dell’informazione grazie alla attribuzione di poteri di controllo alle Autorità di governo e alle forze dell’ordine per la salvaguardia e il rispetto delle norme imperative dell’ordine pubblico, del buon costume, ivi inclusa la tutela dei minori”. Con tanti saluti alla libertà di informazione e di critica, per esempio, su alcuni fatti potenzialmente diffamanti per un politico. Tengo a precisare che questa forma di censura è già stata dichiarata incostituzionale negli Usa di Obama.
Dunque, Rete 4 può continuare a diffondere Emilio Fede senza concessione, Striscia la notizia potrà continuare a diffondere le immagini di Youtube assieme a Studio aperto, mentre Youtube dovrà pagare Mediaset. Dove sono gli italiani sovrani?



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Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.
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