La nostra società si distingue dai rifiuti, da quanti ne produciamo inutilmente, dal modo in cui li trattiamo, come fossero scarti prodotti da altri, da nascondere sotto il tappeto.
La quantità dei rifiuti prodotti è, nella nostra società, indice di crescita economica e relativo aumento dei consumi, ma è al tempo stesso indice di impoverimento delle risorse naturali; per produrre ciò che poi diventerà rifiuto utilizziamo infatti in abbondanza risorse naturali, che sono però limitate, sia nella loro quantità disponibile sia nella loro capacità di rigenerarsi.
Per evitare o, perlomeno, contenere l’impoverimento delle risorse naturali disponibili dovremmo (semplicemente) invertire la rotta, limitando la produzione di rifiuti a monte e massimizzando il recupero e riciclo dei materiali di cui sono composti.
Differenziare i rifiuti è un gesto semplice che consente di ridurre la quantità da smaltire in discarica e di valorizzare i materiali che possono essere recuperati reinserendoli nel ciclo produttivo come nuove materie prime. Il riciclaggio, inoltre, consente un consumo energetico inferiore a quanto avviene quando si producono beni da materie vergini. E’ quindi un’operazione in sintonia con gli obiettivi di contenimento dei consumi energetici che siamo chiamati a raggiungere e che produce positivi risparmi nelle emissioni climalteranti.
L’Europa ci dice che prima di tutto dobbiamo ridurre, poi, di seguito: raccolta differenziata e riciclaggio, recupero energetico senza combustione (fermentazione anaerobica della frazione organica), recupero energetico con combustione.
Il nostro “Viaggio nell’Italia dei Comuni a 5 stelle” oggi fa tappa a Monte San Pietro (BO), dove fino a qualche tempo fa la situazione della produzione dei rifiuti era del tutto in linea con ciò che avviene a scala provinciale e nazionale, caratterizzata cioè da un trend in aumento della produzione, il 30% in più nell’ultimo decennio, e da una percentuale di raccolta differenziata che, pur aumentata negli ultimi anni, si trovava assai al di sotto della previsione normativa, il 25,5%.
Il Comune ha quindi deciso di introdurre la raccolta porta a porta dei rifiuti, l’unica modalità che permette di ridurre in modo significativo la quantità di rifiuti che vanno a smaltimento poiché, se applicata sia alle utenze domestiche che a quelle economiche, può produrre percentuali di raccolta differenziata che superano anche il 70%.
L’aumento della percentuale di raccolta differenziata consente il riutilizzodelle materie che compongono i rifiuti e, contribuendo alla minimizzazione della quantità di rifiuti da avviare allo smaltimento, favorisce il prolungamento della vita delle discariche esistenti, rendendo più limitata la necessità di nuovi impianti di smaltimento, siano essi discariche od inceneritori, a vantaggio di una migliore tutela ambientale.
Riducendo la quantità dei rifiuti da avviare a smaltimento si genera anche una diminuzione delle spese di smaltimento, che, in questi anni, sono state la voce di costo che più ha gravato sulla tariffa di igiene ambientale (più 60% negli ultimi 10 anni).
L’avvio del porta a porta è stato preceduto da una intensa attività di informazione e sensibilizzazione rivolta ai cittadini, un’operazione di comunicazione e partecipazione senza precedenti nella storia recente della comunità. Questo intenso confronto ha evidenziato inaspettate e diffuse sensibilità ambientali accompagnate dalla consapevolezza, spesso istintiva, della necessità di agire comportamenti virtuosi per la salvaguardia dell’ambiente.
I risultati dell’esperienza di raccolta porta a porta, sono strepitosi. L’aumento della percentuale rappresenta un successo, attribuibile, peraltro, alla virtuosa collaborazione dei cittadini, degli commercianti e degli imprenditori del territorio.
Con il vecchio sistema stradale la produzione pro capite era di oltre 500 kg/abanno, a nove mesi dall’avvio del nuovo servizio è scesa a circa 360 kg/abanno, senza che siano aumentati gli abbandoni o vi siano state particolari fughe di rifiuti verso i comuni confinanti, ma principalmente attraverso una gestione corretta dei propri rifiuti da parte delle utenze non domestiche e la diffusione del compostaggio domestico. Sono state infatti distribuite, in comodato d’uso gratuito, 900 compostiere al servizio di 1000 utenze (alcune compostiere servono infatti gruppi condominiali).
Un esempio virtuoso che dimostra come sia possibile, con una politica attiva, concretizzare risultati ritenuti, per le esperienze locali, straordinari.
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