03/02/09

Bomba pronta ad esplodere in "deposito" a Genova - I controlli dove erano?

Ci associamo al Prefetto di Genova Anna Maria Cancellieri che definisce "episodio inquietante" il ritrovamento dello zainetto (dopo oltre un anno di giacenza) pieno di dinamite, una bomba 64 candelotti (la metà di quanto usato per la Strage di Bologna del '80) pronta ad esplodere alla Stazione di Genova Principe.
Inoltre, apprendiamo da Il Secolo XIX, che "la tipologia dell'esplosivo - da cava - è uno di quelli utilizzati in attentati estorsivi nel ponente e in attentati, sempre nel ponente savonese, negli anni settanta e ottanta da bande malavitose legate alla 'ndrangheta calabrese"...

Oggi, aggiungiamo, sappiamo non solo che la 'ndrangheta che ha forti radici ed affari in Liguria, ha anche costanti legami e traffici con i paesi del sudamerica.
Premesso questo ci lasciano quanto mai sconcertati la dichiarazione del Questore di Genova, Salvatore Presenti, che, apprendiamo da Il Secolo XIX, si è detto "stupito dalla mancanza di controlli di sicurezza" ed affermato che le Ferrovie dovrebbero dotarsi 'almeno' di uno scanner per il controllo radiografico dei bagagli.
Le Stazioni ferroviarie sono un obiettivo sensibile costante in quanto possibile oggetto di attentati.
Il compito dei controlli non è competenza del personale delle Ferrovie o di civili, bensì delle Forze dell'Ordine. Pertanto la questione richiede non solo indagini sull'origine di quell'esplosivo, ma anche che vi sia subito il massimo chiarimento, con conseguenti, immediati, provvedimenti per quanti avevano la responsabilità di controllare e non lo hanno fatto in quella circostanza e, visto quanto affermato dal Questore, anche in altre.
A Genova chi vuole mettere bombe e non le abbandona per strada o lungo un binario o una banchina, ma le sistema in "deposito", può eludere i controlli dei reparti preposti dello Stato, all'interno di obiettivi sensibili. Questo è, drammaticamente, il punto centrale dell'accaduto. Ci rendiamo conto della gravita della questione? Chi ha responsabilità per l'accaduto deve essere rimosso senza attese!
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Aggiornamento ore 21:30 del 02.02.2009

Il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico ha deciso, questo pomeriggio, che la Polizia, con il suo reparto presso le stazioni ferroviarie, le unità cinofile antitritolo ed agenti controlleranno i bagagli in deposito e, a campione, i passeggeri. Bene. Sino a ieri? Le tanto sventolate misure di prevenzione anti-terrorismo dove erano?
Da un servizio del TG5 abbiamo appreso poi che si seguono due piste. Quella dei gruppi anarco-insurrezionalisti e quello dello dell'Eta. Quindi aspettiamoci sorprese: arresteranno il soggetto della foto numero 1 o quello della foto numero 2?


IPOTESI n° 1

IPOTESI n° 2

Sulla prima si potrebbero concentrare i sospetti di una gita dei pensionati a Panama in cui il soggetto si è infiltrato per prelevare lo zainenetto imbottito e rientrara a Genova lo abbia lasciato al deposito bagagli perchè colpita da un attacco di alzheimer.
Sulla seconda ipotesi si potrebbe pensare che avendo finito la naftalina il soggetto si sia dato al tritolo, da Eta-Beta ci si può aspettare di tutto, figuriamoci dopo un viaggio a Panama, il fuso orario disorienta anche lui.

A parte l'ironia e le battute, c'è questo fatto del "verbale" in spagnolo delle autorità di Panama ritrovato dentro lo zainetto insieme all'esplosivo dopo un anno (e forse più) di giacenza al deposito bagagli della Stazione di Genova Principe. Allora: si tratta di un verbale rilasciato a seguito di una perquisizione o di un verbale interno, tipo una segnalazione da un ufficio all'altro delle autorità di polizia? Se si tratta del primo sarebbe curioso, in quanto quel qualcuno che ha preparato la bomba nel bagaglio esplosivo, ci avrebbe poi lascia dentro il proprio recapito. Se si tratta del secondo, come sembrerebbe, è davvero curioso che l'eventuale interessato di una comunicazione interna ad uffici di polizia lo abbia avuto e per il resto idem come nel primo caso! Infatti, scusate: uno prepara uno zainetto pronto ad esplodere, lo lascia al deposito bagagli, e dentro ci lascia un verbale che, comunque, lo farebbe identificare o farebbe risalire ai suoi complici? Mah!

Purtroppo i controlli di sicurezza scattano adesso, che è un po tardi... dopo oltre un anno, e questa risposta sarà dura da avere. Comuque sia, quanto rivenuto appare più che una bomba messa per esplodere, come un segnale. Si, un segnale del tipo... prima o poi lo trovate e quando lo trovate sappiate che possiamo colpire.
Se è un segnale, le piste battute, stando alle informazioni giornalistiche, come Eta e Anarco-Insurrezionalisti, appaiono ancora più deboli. Certi segnali non sono tipici dei gruppi terroristici o pseudo tali. Di solito chi li lancia, certi segnali, è la criminalità organizzata (a proposito dell'autobomba parcheggiata all'interno dell'area "protetta" e recintata della Procura di Imperia non si sa più nulla?) e visti gli interessi che le mafie hanno in Liguria, sarebbe quanto meno una pista da battere bene, ci pare! Ah, ma è vero, le Istituzioni, ed il Questore in primis, dicono che casi di 416 bis in Liguria non ne abbiamo, la mafia non esiste, ce lo eravamo scordati.
Un'altro segnale potrebbe essere, come purtroppo questo nostre Paese ci ha abituati dolorosamente a sapere, quello prodotto da determinati settori di "Servizio", pronto a scatenarsi mediaticamente o esloplodere (se è il caso) al momento giusto, magari per distogliere attenzioni da altro o per lanciare segnali a chi dovrebbe sapere interpretarli.

Non resta che attendere e vedere non solo dove porteranno le indagini, ma, come abbiamo detto, anche vedere se i responsabili della pubblica sicurezza - e quindi della predisposizione dei controlli e della vigilanza dei punti sensibili - vengono richiamati e puniti per la loro gravissima distrazione. Per questo non serve attendere l'esito delle indagini su chi e perchè avrebbe messo quei candelotti di dinamite pronta ad esplodere in un bagalio depositato alla Stazione!

Fonte articolo

Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.
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