Si chiama ¨Rebir¨ (risparmio energetico, bioedilizia, riuso) e si pone diversi obiettivi: sensibilizzare verso la bioedilizia, indirizzare all’utilizzo di materiali non nocivi ed ecologici, ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente, limitare l’utilizzo di consumo delle risorse non rinnovabili.
«Il progetto – informa l’assessore provinciale all’Ambiente, Maura Cavallaro – si colloca nell’ambito del processo di Agenda 21, intrapreso nel 1998 dalla provincia di Lucca, con l’adesione alla Carta di Aalborg e proseguito con la stesura del Piano di azione. ‘Rebir’ implica che l’abitare sia costruito in maniera sostenibile.
E’ su questo concetto che entrano in gioco diversi attori con relazione piramidali: alla base sta il ‘cittadino’, il quale, mediante comportamenti sostenibili, partecipa attivamente alla trasformazione del territorio (raccolta differenziata, acquisti verdi, consumi energetici). Poi vi sono i progettisti, che devono mettere in grado i cittadini di utilizzare nel migliore dei modi i mezzi a disposizione (edifici, impianti, materiali).
In cima alla piramide vi è l’ente pubblico che deve attuare azioni di sensibilizzazione verso entrambi, per poter realizzare quella sostenibilità ambientale conclamata nei piani e programmi politici», conclude Cavallaro.
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