Tragedia, si. Decine di milioni di disoccupati in tutto il mondo, per cominciare, un crollo verticale degli investimenti, sia in settori vitali come la ricerca petrolifera e quella sulle energie rinnovabili, sia negli aiuti ai paesi in via di sviluppo, oltretutto alle prese con una tremenda siccità, un ovvio crescendo di tensioni internazionali, accuse di protezionismo reciproche, Pogrom multietnici e multireligiosi annunciati quando non pianificati ed altre calamità assortite.
Di fronte alla orrida grandezza del mostro evocato, generato, nutrito e vezzeggiato fin'ora, i nostri imbelli governanti hanno dato prova, con una disarmante chiarezza, della loro totale incapacità decisionale ed incompetenza tecnica.
Come al solito andiamo per punti.
Cominciamo dalla REALTA', o almeno dall'interpretazione di un competente vecchio saggio: La Grande Crisi attuale DEVE acquisire, di diritto sia la maiuscola che l'articolo determinativo.
Si tratta, infatti, a detta di Paul Volcker, il più rispettato ed esperto ( ed anziano) consigliere del Presidente Obama, di una crisi PEGGIORE di quella del 1929, fino ad oggi nota come la Grande Depressione. Considerando che siamo solo agli inzi di un periodo lungo, nelle parole degli ottimisti , almeno due anni, ci sono pochi dubbi che abbia ragione (noi, tra i i primi, ahem, ne eravamo sicuri già tanto tanto tempo addietro).
Di fronte a questa situazione e dopo almeno SEI MESI dai primi segnali certi, evidenti ed indubitabili dello scoppio del bubbone, mesi sicuramente impegnati in qualificatissimi summit, conferenze al massimo livello, audit stellari, studi approfonditi su cause, conseguenze, magnitudo e metodi, oltre che di codifica e redazione di nuovi principi per la finanza del terzo millenno, con cosa sono usciti, i nostri governanti in vista del ( probabilmente ferale) appuntamento del G20 di Aprile?
Con NIENTE.
Perchè quello che propongono è NIENTE, briciole, palliativi e misure di facciata. Sopratutto NON SERVE A NULLA, o quasi, dal punto di vista economico, sociale e MORALE, ma parecchio dal punto di vsita politico e strategico, si veda in tal senso la curiosa analisi di una agenzia di stampa certamente non allineata.
Dalle fonti più "istituzionali " abbiamo invece un elenco delle "misure" proposte.
1) "Guerra" ai paradisi fiscali. Mi fanno ridere. Hanno intenzione di dichiarare guerra a qualche sperduto atollo dei Caraibi, eventualmente parte del territorio metropolitano di qualche paese della CEE? Al Lussemburgo? Alla Svizzera?
Ammettendo che riescano ad attuare un (momentaneo) enforcing su questi paesi, hanno deciso di dichiarare guerra, per dire, al Vaticano?
Oltretutto questo è una specie di Pogrom finanziario. questi paesucoli infatti sono meri ricettacoli dei risultati finanziari ottenuti sui principali mercati finanziari e spesso pure alla luce del sole.
Vogliamo fare guerra, se dobbiamo cercare i colpevoli di speculazione, a Wall Street?
Alla City di Londra?
Ridicolo, semplicemente ridicolo.
O sono deficienti ( nel senso latino del termine) o sono in cattiva fede o tutt'e due.
2) guerra agli Hedge fund.
Uh beh, siamo d'accordo, peccato che questi abbiano giocato su squilibri e criticità già esistenti e che NON C'ENTRINO NULLA con i mutui concessi a casaccio grazie al denaro regalato dagli istituti centrali alle banche a tassi sotto l'inflazione ufficiale.
Tardivo, insufficiente, ipocrita.
3) Più soldi al fondo monetario internazionale.
Uh, beh, benissimo.
Ora, considerando le sue splendide azioni passate, sappiamo che ci si appresta ad un'altra magnifica tornata di shock economy, ma questa volta puntando al bersaglio grosso. Ovvero al molliccio lato B delle nostre economie ed istituzioni.
4) Stare attenti al rating...delle agenzie di rating.
Vi risparmio la tiritera: si commenta da sola.
5) Abbassare gli stipendi dei Manager.
Questa è la più ridicola di tutte. Siamo d'accordo, assolutamente e moralmente necessario, ma dal punto di vista pratico beh....non basteranno 15.000 miliardi di dollari per tappare la falla, cosa volete che possano fare qualche decina di milioni di dollari risparmiati per ogni CEO di istituto bancario?
Alla meglio si risparmierà qualche miliardo di dollari, su scala globale, una frazione dell'1 per mille del danno provocato...
Benchè questa crisi sistemica sia stata e sia una crisi del credito, dovuta all'impossibilità di sostenere oltre l'immane prestito globale con la crescita, essendo quest'ultima finalmente frenata dai raggiunti limiti naturali, nemmeno una parola è stata detta sul fatto di tornare a decenti valori minimi per le riserve frazionarie per le banche, valori che siano in linea con una sostenibilità a lungo termine degli impegni finanziari e strutturali presi da queste ultime.
Niente, nemmeno una, benchè, con tutta evidenza, dopo aver bruciato immani risorse per mantenere un settore finanziario privato tecnicamente strafallito, sottraendole all'economia reale presente futura e futura remota ed impedendo in questo modo, di fatto, il recupero, tutto restando uguale, è assolutamente certo che il ciclo si ripeterà e questa volta in modo più veloce ed ancora più violento.
Si dice che un sistema finanziario solido è necessario all'economia.
Benissimo, d'accordo. Ma allora, per citare una misurina degna di essere presa in considerazione, perchè affidarlo nelle pessime mani di chi ha dimostrato di non sapersi porre un limite?
Le banche saranno nostre, visto che in ogni caso avranno bisogno di imponenti ricapitalizzazioni pubbliche e che i titoli tossici qualcuno dovrà pagarli in qualche modo e saremo noi tutti, in mille più uno modi.
Allora traiamone la logica conseguenza e sia il sistema paese DIRETTAMENTE ad assumersi la responsabilità di finanziare le proprie imprese.
Non c'e' niente di male, basta farlo in modo che i conti tornino e nella misura in cui ci sono capitali disponibili e garanzie esigibili.
Ad una impresa interessa, in fondo, ricevere finanziamenti al prezzo più basso possibile ed avere le condizioni di rientro migliori possibili.
Siccome lo scopo di una banca di stato non dovrebbe essere quello di remunerare i suoi azionisti ma quello di garantire le migliori condizioni ai suoi clienti, creditori e debitori, nel modo migliore e più affidabile possibile ( questo essendo l'interesse dello stato) questa, con ogni probabilità, è la banca che più facilmente sarebbe in grado di adempiere alla missione di far ripartire l'economia, a patto di non irrigidirla in modo elefantiaco e clientelare ( vabbe'...invece le banche attuali...).
Sintesi delle misure proposte: troppo tardi, troppo poco.
Chiamare queste misure dei pannicelli caldi è già troppo, visto che quest'ultimi, almeno, ci danno un dolce tepore ed un certo momentaneo sollievo e quelle, con la loro pochezza, ci fanno sentire solo uno spiffero gelido e vacuo, da film dell'orrore, accentuato da quegli zombi in doppio petto che si abbracciano e baciano e paccheggiano sulle spalle imbottite, figurine di cui la storia non avrà pietà.
Ci farebbe quasi piacere l'inesorabile, trista, fine dei farlocchi, se non ci coinvolgesse, in un modo o in un altro, di persona.
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