13/03/09

Bacioni al ranocchio

Non credo che il vecchio adagio secondo cui i nodi verrebbero tutti al pettine sia proprio veritiero, ma è un fatto che un po’ di nodi è inevitabile che il pettine li catturi.

Lo abbiamo visto ieri: i media non hanno potuto tacere l’ennesimo “scandalo” in cui è incappato un “termovalorizzatore”, e delle virgolette ripetute mi scuso, ma se un fatto è la normalità non può essere pietra d’inciampo, cioè scandalo, e termovalorizzatore è parola esistente solo negli ambiti della malavita organizzata della politica e della corte dei miracoli che le orbita intorno.

Che cosa è successo? Date un’occhiata ai giornali (c’è una piccola lista in fondo), ma, in soldoni, nel falò si bruciava ogni sorta di porcheria, tutti lo sapevano e quei pochi che avrebbero voluto parlare erano minacciati dai loro padroni (sì, uso la parola padroni). E con ciò? Cari Italiani, non lo sapete che è molto difficile trovare un impianto in cui non caschino cosucce non proprio salutari? Non lo sapete che di notte

c’è un certo viavai di camion intorno agl’inceneritori e ai cementifici che sono, a tutti gli effetti, inceneritori? E le centrali a biomasse? Beh…

Ma noi non ci dobbiamo preoccupare. Il governo della cui opera godiamo, lanciato in orbita dal governo precedente che gli aveva diligentemente preparato la strada, metterà tutto a posto: qualsiasi mostruosità baciata da Berlusconi diventerà un bellissimo principe così come sono state le favolose ecoballe campane o come sono i rifiuti solidi urbani che si trasformano in biomasse o come sono state – bei tempi! – le energie rinnovabili “assimilate” con tutto lo schifo del mondo che, da brutto anatroccolo, cresceva fino ad essere un cigno tanto meraviglioso quanto il Sole.

E l’ambiente dovrà inchinarsi al volere dei nostri illuminati maestri di strada, e con lui i nostri organismi e quelli di chi verrà dopo di noi. Dio? Chi era costui?

Ma, come ho detto, non ci dobbiamo preoccupare. Dal presidente della repubblica (eletto da un’assemblea incostituzionale) giù fino all’ultimo assessore del più piccolo comune, transitando attraverso gli organi di “controllo” (quante virgolette!) la parola d’ordine è tranquillizzare. Il che, in termini pratici, significa che non dobbiamo avere coscienza dei rischi in cui incorriamo. Che non dobbiamo sapere che stiamo massacrando i nostri figli. Demenziale? Criminale? Ambedue le cose? Fate voi.

L’ARPA? Rileggetevi questo: “Quando ero presidente del Consorzio dei rifiuti a Caserta ho chiesto la tracciabilità della diossina e degli altri inquinanti. Ho subito minacce, mi hanno lasciato solo e mi sono dovuto dimettere. Le Arpa italiane lavorano malissimo, le analisi si contano con il contagocce. Il motivo? Sono carrozzoni politici, senza alcuna indipendenza scientifica. Pubblicare dati negativi turberebbe il consenso politico, e il direttore di turno perderebbe la poltrona.”
Vincenzo Pepe, intervista su L’Espresso del 29 novembre 2007 - pag. 72

Adesso lasciatemi rientrare in un ambito locale: a Modena esiste un edificio che fu dei vigili urbani e che ora è dismesso. A poche decine di metri ci sono un asilo e una scuola elementare. Per far posto a nuove costruzioni bisogna abbattere quello che c’è. Peccato che ci sia amianto dappertutto, amianto sulla cui innocuità politici e “scienziati” ci avevano rassicurati per decenni in barba alle conoscenze scientifiche.

Ora non parlo di un amministratore illuminato: parlo di una persona normale. Una persona normale avrebbe fatto abbattere quei muri prendendo tutte le precauzioni del caso, una delle quali è quella di farlo nel periodo estivo, quando i bambini sono in vacanza. Il signor sindaco di Modena s’impegnò in tal senso, pur facendo chiaramente capire quanto sciocchi fossero i suoi sudditi, pardon, amministrati, a non sapere che quell’atteggiamento di prudenza preteso non aveva “motivazioni scientifiche” (testuale).

Qualche giorno fa i lavori sono iniziati (ma ilo sindaco non aveva detto che si sarebbero fatti d’estate?) e bambini, insegnanti e il resto del personale scolastico accusano malesseri. Io temo di sapere che cosa accadrà in futuro, ma è sempre meglio vivere in allegria. In fondo, come ci dicono saggiamente le nostre “autorità”, di qualcosa si deve pur morire.

Per Colleferro:
Fonte articolo


Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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