08/04/09

L'Aquila 2: qualcuno li fermi !!!

Non c'è niente da fare.

Il nostro Presidente del Consiglio ce l'ha nel sangue, la vocazione del "costruttore".

Di fronte alle macerie del centro storico dell'Aquila, prima ancora di sapere cosa si potrà salvare e cosa andrà ricostruito, con i morti ed i dispersi ancora sotto le macerie, ha annunciato che si comincerà il prima possibile a costrire le "new town", a partire dal Capoluogo.

Non credo fosse necessario fare un grande sforso di immaginazione per pensare che avesse negli occhi le sue realizzazioni migliori, come Milano 2,
Prova ne sia che su buona parte dei media si è immediatamente parlato di "l'Aquila 2".

A parte l'incomprensibile fregola di usare l'inglese anche quando non serve, sapete benissimo cosa sono queste new town.

Sono, nel migliore dei casi, quartieri moderni, senza anima, senza colore, senza rapporto storico, emotivo e culturale con il territorio.

Una volta tanto sono d'accordo con gli architetti che, come Fuksass, ricordano che le "ville nouvelles" sono quasi sempre state dei collosali fallimenti, in termini di vivibilità ed umanità.

In Friuli ci provarono, tirano giù centinaia di edifici storici e di chiese ma alla fine prevalse la testa dura degli abitanti e le case furono ricostruite dove erano e come erano, insieme ai monumenti ed alle chiese.

Ovviamente con solai e tetti solidi e risanati e rinforzi strutturali antisismici.

In Irpinia non andò cosi, lo sappiamo benissimo; si realizzarono squallidi insediamenti con gli antichi paesi abbandonati e diroccati, ancora li a ricordare il passato.

Gli abitanti dell'Aquila hanno il diritto di riavere indietro LE LORO CASE.

Come erano, dove erano, solo più sicure, solide e funzionali.

E' nel loro diritto.

E' nel nostro interesse.

Avremo centri storici recuperati consolidati e nuovamente pienamente vivibili.

Non avremo bisogno di indire bandi gare concorsi ed appalti.

Dove era e come era.

Senza se e senza ma.

Ogni singola modifica all'assetto urbanistico esistente, a maggior ragione nei centri storici, dovra' di volta in volta essere valutata, decisa e deliberata dai cittadini, specialmente dai diretti interessati.

SE si dovranno fare nuovi interventi andranno fatti in aree già edificate, eventualmente con cambio di destinazione e comunque nel rispetto delle normative non solo antisismiche ma anche concernenti il rischio idrogeologico.

Lo dobbiamo alle popolazioni colpite.

A chi non c'e' più ed a noi stessi, che non vogliamo una Italia di anonimi quartierini modello ( se va molto molto molto bene).

L'errore l'hanno già fatto, a Milano ed in altre città del Nord.

Hanno Milano 2 e Milano 3, come esempio massimo di edilizia di pregio.

Se le tengano.

Ma lascino in pace L'Aquila, le sue chiese, le sue case, la sua gente.

Fonte articolo

La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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