21/04/09

Le colpe della politica e l'ombra della mafia in Abruzzo


Ciò che resta della casa dello studente a L'Aquila.

"E' una paura, un'ansia che deriva da quello che alcune volte è accaduto nel nostro Paese. Però i tempi sono cambiati: questo è l'Abruzzo e, soprattutto, non c'è nemmeno un principio di indizio per dire queste cose. Capisco però che fa leggere i giornali".

Queste le parole con cui il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi ha ribattuto (come se ce ne fosse davvero bisogno) alle preoccupazioni espresse dal giornalista e scrittore Roberto Saviano sulla possibile presenza mafiosa in Abruzzo nella prossima fase di ricostruzione del capoluogo.

Inutili preoccupazioni create ad arte per vendere giornali. Quand'è così bisognerebbe indagare su quali interessi da "edicolante" ci sono dietro la decisione del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso di istituire un pool apposito di magistrati esperti su criminalità organizzata di stampo mafioso che vigilerà sulla ricostruzione.
Se la mafia con l'Abruzzo non ha a che fare, perché questo rompiscatole di Grasso decide di mettere bocca su questioni che non lo riguardano?

Eppure la mafia qualcosina a che fare con l'Abruzzo ce l'ha eccome. Senza voler citare l'indagine portata avanti dall'associazione antimafia di don Luigi Ciotti Libera sulla presenza mafiosa in questa regione, in cui si parla tra le altre cose dei 18 beni confiscati alla mafia in Abruzzo dal 1996 al 2006, potremmo portare alla luce esempi come l'arresto nel giugno del 2006 di ben 39 esponenti dell'associazione a delinquere della famiglia Savignano, l'arresto del pluripregiudicato siciliano figlio di un boss pentito a Pescara nel febbraio 2007, seguito 2 mesi dopo da due altri arresti, quello di Nicola Del Villano, braccio destro del latitante boss della Camorra Michele Zagaria, e quello dell'altro boss della Camorra Vincenzo Acanfora, per concludere con i maxi-arresti in seguito ad un'indagine sull'investimento del "tesoro" dell'ex sindaco di Palermo e boss mafioso Vito Ciancimino nella zona abruzzese della Marsica.

Anche il nostro premier non vede di buon occhio in questi giorni l'attenzione posta sulle indagini volte ad accertare le responsabilità sulle tragiche morti nella provincia dell'Aquila. "Basta con le inchieste", basta riempire le pagine dei giornali con le responsabilità, quando invece bisognerebbe parlare di più della grande opera di "ricostruzione". "Basta perdere tempo con cose accadute".
Come se la conoscenza del passato non fosse utile anche a migliorare il futuro che ci aspetta dietro l'angolo.

E poi il colpo del maestro "Le responsabilità di controllo non sono del governo né della mia parte politica perché questa Regione è stata amministrata dalla sinistra".

Allora analizziamo alcune di queste presunte responsabilità.

L'ospedale dell'Aquila, senza certificazione antisisma e sconosciuto all'ente catastale del comune, viene dichiarato inagibile ed evacuato negli istanti successivi al sisma. L'inaugurazione finale? Nel 2000, anno in cui veniva eletto Presidente della Regione Giovanni Pace (Alleanza Nazionale) che gestirà la regione per ben 5 anni. Non è un caso che sia lui che il successore Del Turco siano sotto processo per lo scandalo "Sanitopoli" e che entrambi abbiano ignorato l'abusivismo palese rappresentato dal palazzaccio ospedaliero aquilano.

Probabilmente per la questione "ospedale" la dichiarazione di Berlusconi tende un po' a fare acqua, ma magari per il resto ha ragione. Pertanto andiamo a studiare l'altro scempio aquilano: la casa dello studente.

Il palazzo fu costruito nella metà degli anni '60, adibito come deposito medicinali della Angelini farmaceutici, quindi una costruzione privata. Nel 1974 il palazzo viene acquistato dall'Enel ed è tra il 1986 e il 1987 che l'edificio passa nelle mani della Regione, che nel 1994 lo destinerà per l'Azienda per il Diritto agli Studi Universitari (ADSU), che ne farà, per l'appunto, la casa dello studente.
I lavori di ristrutturazione? Sono avvenuti in seguito a diversi esposti presentati da Luca D'Innocenzo nel 1997, allora Presidente dell'ADSU in quota UDU e ora esponente di Sinistra Democratica. Ben 3 le ristrutturazioni per rafforzare l'edificio organizzate dalla regione: 11 luglio 2003, 12 novembre 2004, 6 maggio 2005. Ristrutturazioni che evidentemente non hanno sortito l'effetto richiesto e sulle quali probabilmente si indagherà.
Il Presidente di Regione in carica in quel periodo? Sempre lui naturalmente, l'indagato Giovanni Pace.

Consiglio al nostro Sire di studiare meglio la storia recente d'Italia, almeno per evitare che un piccolo, insignificante e locale blogger abruzzese possa mostrare la totale inconsistenza delle sue affermazioni. Cosa che qualche bravo giornalista televisivo o della grande carta stampata si è ben guardato dal fare.

Fonte articolo

La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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